Primo Maggio con la gaffe, sui manifesti del Comune lo slogan di Auschwitz: «Il lavoro rende liberi»

Primo Maggio con la gaffe, sui manifesti del Comune lo slogan di Auschwitz: «Il lavoro rende liberi»
di Massimiliano MARTUCCI
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Venerdì 3 Maggio 2019, 10:24
A Palazzo di Città si erano chiesti: come festeggiamo il Primo Maggio? Risposta: con una decina di manifesti affissi nelle strade cittadine con la scritta “Il lavoro rende liberi”. È così che il Comune di Martina Franca ha voluto omaggiare il Primo Maggio scatenando però un putiferio, culminato nel ritiro degli stessi manifesti. Lo fa sapere il Comune con poche parole di scuse scritte sul profilo ufficiale.

La gaffe, di dimensioni notevoli, aveva fatto in poche ore il giro d’Italia, complice l’intervento sui social del martinese Donato Carrisi, premio David di Donatello, che postando la foto si chiede se per caso fosse uno scherzo. Non si fa attendere nemmeno il commento del segretario del Pd Maurizio Saiu che sempre sulla piattaforma blu condanna l’accaduto. Palazzo Ducale si scusa così: «Nelle locandine è stato richiamato l’art. 36 della Costituzione italiana, considerato di massima importanza per quanto concerne la disciplina del lavoro in Italia e la tutela dei diritti del lavoratore.

Si scusa per aver scelto di scrivere “Il lavoro rende liberi”, non volendo in alcun modo fare riferimento al motto, in lingua tedesca, posto all’ingresso del campo di concentramento nazista di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. I manifesti, in tutto una decina, sono stati rimossi». Tutto bene quel che finisce bene? Forse no, perché nonostante il maldestro tentativo di qualcuno che prova a difendere il fatto che la frase ha comunque un valore condivisibile, si sa che in termini di comunicazione la forma è contenuto e comunque bastava fare una verifica su Google, prima di dare il visto alla stampa. Un pasticcio ingiustificabile ma comprensibile per una struttura amministrativa che di fatto non ha nessun professionista della comunicazione e che costringe i tre membri dello staff di Franco Ancona (il quarto, giornalista, unico dipendente pubblico, è stato spostato senza preavviso all’Ufficio Patrimonio) ad occuparsi di tutto, anche di cose che non dovrebbero spettare loro.

Lo fa notare anche Elena Convertini, consigliera di maggioranza, che sul suo profilo scrive: «Questa fa il paio con le “Special Olimpycs” del lancio del sacchetto. Svista? Ciucciaggine? Non mi interessa...e se fosse arrivato finalmente il momento di affidare la comunicazione istituzionale a dei professionisti? Sarebbe rivoluzionario pagare qualcuno per qualcosa che sa fare...a proposito di primo maggio». La consigliera eletta nelle fila di Sinistra Italia cita il precedente disastro comunicativo, quando da Palazzo Ducale fu lanciato un video per mettere alla berlina chi abbandona abusivamente i rifiuti, col nome di “Special Olympics”, lo stesso delle Olimpiadi Speciali dedicate agli sportivi con ogni livello di disabilità, con tanto di logo uguale alla famosa manifestazione benefica. In quel caso il ramo italiano dell’organizzazione fu costretta a redarguire il Comune per l’errore. Siamo, quindi, punto e a capo, una nuova gaffe, a dimostrazione che quanto accaduto mesi fa evidentemente non è servito a comprendere che non si può trattare con leggerezza la comunicazione.
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