Primo caso accertato di contagio al Siderurgico: positivo operaio di ArcelorMittal
Medico salentino contagiato a Firenze: era in servizio al Careggi

Primo caso accertato di contagio al Siderurgico: positivo operaio di ArcelorMittal Medico salentino contagiato a Firenze: era in servizio al Careggi
di Massimiliano IAIA
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Domenica 29 Marzo 2020, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 11:59
In Puglia torna sotto il centinaio il numero di casi positivi in più nelle ultime 24 ore, confermando sostanzialmente il trend registrato per tutta la prima metà della settimana scorsa. Significativo invece l'aumento dei decessi: ieri altri 15, per un totale di 86. E tra i casi registrati ieri, anche le positività di una bambina di 7 anni di Ostuni e di un lavoratore dello stabilimento ex Ilva di Taranto.


I DATI PUGLIESI
Sono 91 i contagiati in più in Puglia, stando ai risultati degli 861 tamponi eseguiti in 24 ore: l'incremento dei casi positivi scende notevolmente, rispetto ai 152 casi di venerdì e ai 124 di sabato. Secondo il bollettino, nessun contagiato ieri nella provincia di Lecce, sei positivi nella provincia di Taranto e quattro nell'area brindisina. Complessivamente i casi positivi diventano così 1.549.
Se i guariti ad oggi sono 31, dei 15 decessi di ieri due sono 69enni. Le altre vittime avevano tutte un'età tra i 74 e i 97 anni. Due deceduti nella provincia di Lecce, altrettanti nella provincia di Bari e ben dieci nell'area foggiana. Un altro deceduto viene segnalato nella provincia di Brindisi, nello stesso giorno in cui però si registrano altre due vittime a Casalini, frazione di Cisternino. Decessi, questi, non ancora conteggiati nel bollettino di ieri e di cui sarà dato conto probabilmente in quello odierno. Nemmeno nel bollettino di ieri, tuttavia, c'era traccia della scomparsa di un 34enne di Carovigno e di quella di un operatore del 118 di 48 anni del Foggiano, morti nella giornata di sabato. Sempre ieri è morto a Sannicandro un fisiatra di 67 anni, Mario Salerno, che lavorava in un centro di riabilitazione.
Di tutti i casi positivi registrati fino ad oggi, 518 sono della provincia di Bari, 98 della Bat, 152 della provincia di Brindisi, 377 dell'area foggiana, 239 della Provincia di Lecce, 99 della Provincia di Taranto. Ci sono poi altri 18 positivi attribuiti a residenti fuori regione, e 48 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
Tra i casi registrati ieri, c'è quello di un addetto agli impianti di ossigeno nello stabilimento ex Ilva: mentre era in servizio in fabbrica, è stato colto da malore e ha avvertito sintomi riconducibili al Covid-19. Il lavoratore è ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell'ospedale Moscati. L'azienda ha proceduto a sanificare l'edificio, così come da protocollo, e ora si dovrà sottoporre al test anche chi ha avuto contatti con l'operaio negli ultimi giorni, compresi i colleghi.

POSITIVO MEDICO SALENTINO A FIRENZE
Positivo un medico specializzando di 28 anni, originario di Calimera. Il medico, assorbito dal personale dell'ospedale Careggi di Firenze in occasione dell'emergenza in corso, è stato ricoverato e poi dimesso. Le sue condizioni sarebbero buone. Non preoccupanti, fortunatamente, anche le condizioni di una bambina di 7 anni di Ostuni, ricoverata all'ospedale Perrino di Brindisi. Altri due casi positivi, infine, a Fasano.
Intanto, in una nota, Filippo Anelli, presidente dell'Omceo Bari e della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, fa notare che «dall'esperienza della Lombardia e da ciò che riscontrano i medici di medicina generale anche sul territorio pugliese, il numero dei contagi è notevolmente più elevato rispetto ai dati ufficiali, che non possono rilevare gli asintomatici e che, in assenza di tamponi, non certificano nemmeno la positività dei sintomatici. Alcuni pazienti con sintomatologia associabile a Covid-19 - ha detto Anelli - sono costretti ad attendere fino ad una settimana che venga loro effettuato il tampone. In questo lasso di tempo, nessuno predispone la quarantena né per loro né per i loro famigliari, con il rischio che il contagio si allarghi ulteriormente». «I medici non vogliono essere eroi - ha concluso Anelli -, vogliono continuare a fare il proprio lavoro con il grande senso del dovere, la passione e la professionalità che hanno dimostrato in questa epidemia. Ma vogliono ospedali sicuri per sé e per i pazienti».
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