Il porto di Taranto fa gola: diverse società si candidano per ottenere delle aree

Una veduta del porto commerciale di Taranto
Una veduta del porto commerciale di Taranto
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12:32

Le aree del porto di Taranto fanno gola alle società degli impianti di eolico offshore galleggianti. «C’è un forte, potenziale interesse, dice a  Quotidiano Sergio Prete, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto. «Cercano contatti con noi, facciamo call e anche sopralluoghi nelle aree disponibili. Sono società importanti, ma al momento nulla si è tradotto in passaggi concreti», conferma il segretario generale dell’Authority, Roberto Settembrini. Per l’Authority, «ogni discorso va approfondito. Non basta farsi avanti. A noi preme vedere quali sono le ricadute, le prospettive e come l’iniziativa che ci viene presentata, si “sposa” col porto. Non vogliamo che le aree siano solo un deposito degli impianti eolici, né che si metta il cappello sulla sedia per tenerne magari alcune ferme».

La "spinta" da due operazioni

Secondo la stessa Authority, la spinta potrebbero averla data due diverse operazioni: l’accordo tra le società Falck Renewables e BlueFloat Energy (unite in partenariato) con Acciaierie d’Italia e con Yilport e l’interesse di Vestas. Falck Renewables e BlueFloat Energy il 25 gennaio hanno confermato la collaborazione con AdI nel campo dell’energia rinnovabile e dell’idrogeno. Le società hanno siglato una lettera d’intenti ed annunciato “un tavolo tecnico per una collaborazione strategica legata allo sviluppo di progetti di energie rinnovabili”. 
Non è stato un annuncio a sorpresa. Perché il 28 dicembre, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del nuovo decreto legge sull’ex Ilva, il ministro Adolfo Urso indicò tra i nuovi progetti quello del parco eolico flottante (galleggiante) senza però fornire riferimenti, mentre nel vertice al ministero delle Imprese del 19 gennaio l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ha fatto i nomi di Falck Renewables e BlueFloat Energy dichiarando che “noi diamo loro l’acciaio e loro daranno a noi energia rinnovabile”.

L’intesa con Yilport (che attraverso la società San Cataldo Container Terminal gestisce in concessione l’infrastruttura) risale invece ai primi di novembre e prevede che le aree del terminal siano base di sbarco, stoccaggio e assemblaggio dei parchi eolici progettati da Falck Renewables e BlueFloat Energy in Puglia. 
Il terminal servirà alla costruzione del parco offshore galleggiante al largo della costa adriatica del Salento (Otranto). In prospettiva ci potrebbe essere anche il parco eolico della Calabria.

La piattaforma logistica e le pale più grandi del mondo

Per Vestas, la società che costruisce pale eoliche, ha chiesto all’Authority la concessione le aree della piattaforma logistica inaugurata a dicembre 2015, mai entrata in attività, e ora diventata un’infrastruttura pubblica dopo che è venuto meno il project financing che aveva dato luogo all’investimento. Vestas, a quanto pare, avrebbe manifestato interesse anche per le altre aree del porto. L’azienda danese nel 2023 farà un passo importante mettendo in costruzione la pala eolica più grande al mondo. Farà parte del nuovo impianto V236-15.0 MW. Ciascuna delle tre pale che saranno montate sviluppa una lunghezza di 115,5 metri. Già eseguiti i primi test sul prototipo. La produzione parte quest’anno in Danimarca, a Nakskov, e nel secondo semestre, presumibilmente da settembre, si prevede che cominci anche a Taranto. In vista di quest’evoluzione, Vestas ha prenotato l’area della piattaforma logistica. L’azienda vuole insediarvi attività di stoccaggio e trasporto di prodotti finiti, semilavorati e materie prime relativamente al ciclo produttivo delle pale eoliche. La società ha indicato in dieci anni il mantenimento dell’investimento nel perimetro della Zes ionica.
Sulla piattaforma logistica gareggiano però in due.

Una è appunto la Vestas e l’altra è la società Progetto Internazionale 39, che punta a movimentazione e stoccaggio di merci e containers, nonchè ad attività di ricerca e sviluppo nei settori dell’energia e delle scienze della vita. Quest’ultima ha fatto istanza prima di Vestas. L’altro ieri il presidente Prete ha nominato la commissione interna all’Authority, formata da tre persone e presieduta dallo stesso Prete, che dovrà effettuare l’esame comparativo delle due proposte. Di recente Progetto Internazionale 39 aveva avanzato delle osservazioni sull’istanza di Vestas. «La comparazione - spiega Prete - segue criteri di valutazione precisati nell’ambito della Zes, che sono capacità di sviluppo che può esprimere il progetto, occupazione, innovazione, sostenibilità e integrazione col porto». 

Due pretendenti per l'area ex Soico


E anche per un’altra istanza, relativa ad un’altra area del porto, quella ex Soico, c’è un secondo pretendente. Dopo la società Termocentro, è arrivata una nuova domanda. Termocentro ha chiesto parzialmente l’area in questione, il secondo candidato, invece, ha fatto istanza per l’intera area. Termocentro vuole realizzare un deposito logistico. Obiettivo, “la distribuzione, su scala nazionale ed internazionale, di prodotti impiegati per la costruzione di acquedotti e fognature, con conseguente incremento dei traffici portuali ed avvio di attività di innovazione e ricerca per la tracciabilità dei prodotti in arrivo presso l’impianto produttivo”. Domani scadono i termini per ulteriori candidature per l’area ex Soico, dopodichè partiranno i 20 giorni per l’eventuale inoltro delle osservazioni cui seguirà la comparazione tra le due proposte.  

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