Il porto di Taranto diventa green: ecco come consumerà di meno

Un momento dell'incontro di ieri
Un momento dell'incontro di ieri
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Maggio 2023, 06:00

Anche il porto di Taranto, oltre all’industria, è interessato dalla transizione ecologica. E se per l’acciaio l’obiettivo è passare dalla produzione fatta col carbone e i minerali ad una più sostenibile ambientalmente con le nuove tecnologie, per il porto, invece, la priorità è consumare meno energia ed avere più efficienza. In entrambi i casi, il denominatore è però comune: il ricorso alle fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni.

L'approfondimento

Quello che sta facendo il porto di Taranto con la regia dell’Authority, è stato spiegato ieri all’Università in una giornata di approfondimento sul progetto Interreg “Smartport” che mette insieme Italia, Albania e Montenegro. Oltre a Taranto, coinvolti gli scali di Bar in Montenegro, Vlora in Albania, il porto di Termoli e l’Arpa Puglia. Il quadro in cui il porto ha collocato le sue scelte per l’energia è il Deasp, il Documento energetico ambientale che risale all’estate 2022, il quale, a sua volta, si ricollega al Piano operativo triennale 2023-2025 approvato ad aprile scorso.

Le "misure" ecologiche

Come hanno spiegato il presidente dell’Authority, Sergio Prete, il segretario generale, Roberto Settembrini, e Michele Molfetta, che insieme a Debora Marullo si occupa per conto dell’Authority di programmi europei ed innovazione, le principali iniziative del porto sono il cold ironing (elettrificazione delle banchine, per le quali ci sono 50 milioni del Pnrr), il parco fotovoltaico galleggiante (è in corso un avviso pubblico per sondare potenziali investitori, chiusura dei termini a metà giugno) e il nuovo sistema di illuminazione (26 lampade Led) della darsena servizi. «I porti - spiega Prete - sono obbligati a redigere il documento energetico-ambientale. Da qui derivano una serie di azioni. Noi stiamo applicando quel piano anche con azioni ulteriori non previste nel documento energetico-ambientale ma inserite nel piano operativo triennale. Per esempio, siamo partner indiretto per un progetto europeo dell’idrogeno a Taranto della società Energie Salentine». Il cold ironing riguarderà i due attracchi del molo San Cataldo usato dalle navi da crociera, il pontile Eni e il molo polisettoriale in concessione al terminal container Yilport. È in corso la progettazione del cold ironing come fattibilità tecnica-economica, un lavoro che si chiuderà a fine anno.

Dopodichè il prossimo anno l’Authority lancerà la gara per affidare l’incarico per il progetto esecutivo e la costruzione dell’impianto. Si punta ad un unico realizzatore. «Sicuramente dovrebbero entrare in funzione insieme i tre impianti - afferma Prete a Quotidiano - ma intanto stiamo pensando a come predisporre la capacità energetica necessaria per il molo San Cataldo che è gestito da noi. Le altre due infrastrutture, invece, fanno capo ad Eni e Yilport e la gestione sarà a carico dei concessionari».

L'elettricità da rinnovabili

Se c’è dunque una priorità per il cold ironing, riguarda l’alimentazione dell’approdo crociere, visto che la sosta delle navi è energivora e che sostituire l’apporto dei motori con l’elettricità contribuisce a tagliare le emissioni. Ma quale elettricità? Dev’essere sostenibile ed ecco la scelta del parco fotovoltaico galleggiante. Per il quale si vuole un partenariato pubblico-privato. «Abbiamo fatto una scelta - spiega Settembrini - che risponde a tre criteri: mettere a frutto aree relitte del porto, cioè non interessate da investimenti e navigazione, consentire ai comandanti delle navi di sapere quale è il costo del chilowattora e produrre energia in modo competitivo per incentivare gli approdi e dare un valore aggiunto alla città».

Oggi, aggiunge Settembrini, «paghiamo l’energia ad un costo alto perchè tenuti ad acquistarla tramite Consip». Il cold ironing riceverà quindi energia dal parco fotovoltaico galleggiante. Individuata un’area di 23 ettari tra la vasca di colmata di Punta Rondinella e lo specchio di mare antistante. A valle, inoltre, ci sarà un sistema di accumulazione con batterie, visto che una delle imprese che hanno chiesto d’insediarsi nell’area Zes del porto avrà questa finalità. Sul fotovoltaico galleggiante l’Authority «ha lanciato un bando democratico, trasparente e oggettivo» dice Settembrini, ricordando che sino a luglio scorso ha ricevuto due interlocutori interessati a settimana e che sono passati otto mesi prima di lanciarlo perché si pensava di intraprendere un’altra strada col ruolo di capofila: le comunità energetiche. Sta di fatto, però, che prima del bando, pubblico da metà marzo, si sono mossi dei privati con la progettazione del parco (vedi Quotidiano del 13 maggio) che ora intendono far valere al Tar di Lecce il loro anticipo sull’Authority.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA