«Polo dell'acciaio», Taranto si ribella alle parole di Tajani

«Polo dell'acciaio», Taranto si ribella alle parole di Tajani
di Paola CASELLA
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Domenica 29 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:03

Hanno suscitato numerose reazioni le dichiarazioni sul futuro di Taranto pronunciate dal coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che venerdì scorso è stato nel capoluogo jonico per sostenere la candidatura a sindaco di Walter Musillo. «Serve - ha detto l’europarlamentare, parlando ai giornalisti - un nuovo comprensorio dell’acciaio qui a Taranto, perché l’acciaio rappresenta un settore fondamentale, si può lavorare con la riduzione delle emissioni, si può non inquinare, ma non possiamo rinunciare ad un comparto industriale che è fondamentale per il nostro Paese. Non possiamo permetterci di scegliere un altro percorso, questa è la nostra vocazione e dobbiamo procedere in questa direzione». 

Le reazioni

Durissimo il commento del candidato sindaco Luigi Abbate che della chiusura dell’ex Ilva ha fatto uno dei punti centrali del suo programma di governo: «Le parole di Tajani non sono una novità, non mi meraviglio di nulla: Taranto è stata condannata a morte e si è deciso che, ormai, è una terra di degrado, lo si è visto anche con il discorso sull’eolico in Regione, perché viene considerata la pattumiera d’Italia, deve essere il territorio che, ormai, è sacrificato. Tajani, evidentemente, non ha assolutamente cognizione dei numeri paurosi che ci sono a Taranto per quanto riguarda le patologie tumorali, per non parlare delle patologie neurologiche che, guarda caso, vanno a colpire i bambini proprio delle zone più vicine all’area industriale. Questo discorso di Tajani fa il paio con i 150 milioni di euro sottratti alle bonifiche. Ritengo siano dichiarazioni gravissime, al pari dell’atteggiamento del Pd e del centrosinistra, perché, anche se non lo dicono, la sostanza non cambia. Infatti, nel momento in cui Emiliano ha dichiarato che Taranto dovrà sopportare ancora dieci anni si capisce che alla fine la musica è sempre quella e che il concetto è solo edulcorato». 
Tra i primi ad intervenire è stato anche il coordinatore della lista Pd Taranto Mattia Giorno: «In queste ore abbiamo sentito le raggelanti parole di Tajani e Giorgetti che prefigurano per Taranto un ritorno al passato. Mi domando: con quale coraggio parlano di destino segnato per il nostro territorio? Tajani ha detto testualmente che il futuro di Taranto è il polo dell’acciaio. Questa è una offesa a Taranto e ai tarantini». 
L’esponente del Pd ha poi aggiunto di essere rimasto «basito dagli applausi di Musillo, della coalizione di centrodestra e di persone che si spacciano per ambientaliste», «piuttosto che applaudire, chiedessero ai loro esponenti nazionali al governo di rendere subito operative tante misure in sospeso per Taranto». 


Sensibilissima al tema soprattutto la lista Europa Verde - Verdi Taranto che dopo decenni di impegno non ci sta a tornare al passato: «Abbiamo lottato per affermare la vera vocazione di Taranto, quella che è stata calpestata dalla grande industria. Un altro percorso, lo abbiamo già disegnato ed abbiamo deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Taranto di Rinaldo Melucci, perché in lui abbiamo visto la possibilità di dare dignità alle idee che da sempre portiamo avanti».
 Ed ancora: «Quando si sventolano proclami sulla produzione di acciaio, si omette sempre di specificare i dati sanitari che costituiscono il prezzo che continuerebbero a pagare ingiustamente tutti i cittadini». Infine, sulle parole di Tajani si sono espressi anche i coordinamenti regionale e cittadino di Con: «Non è venendo da Roma a raccontarci che dobbiamo essere il polo dell’acciaio per l’Italia che convincerete genitori e figli tarantini che possiamo ancora sopportare questa sofferenza, non si sa bene nel nome di cosa».

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