Piano per la città vecchia: recuperare i palazzi e aumentare i residenti

Piano per la città vecchia: recuperare i palazzi e aumentare i residenti
di Nicola SAMMALI
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Sabato 28 Luglio 2018, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 12:45
Due o tre anni ancora, poi il piano di interventi per la città vecchia «consentirà la rinascita» del centro storico.
La previsione del nuovo assessore all'Urbanistica del Comune di Taranto, Ubaldo Occhinegro, è motivata «dall'input straordinario» rappresentato da questo piano già approvato, e presentato in maniera dettagliata dalla giunta comunale, per superare lo stato di abbandono e degrado che ha segnato negli anni la storia dei vicoli affacciati sui due mari. Cinque direttrici, sei obiettivi, una dettagliata serie di interventi puntuali, strutturali e diffusi, studiati e realizzati per rispondere alla «situazione di inaudita gravità» in cui versa l'isola.
Non usa giri di parole Occhinegro. La prima direttrice individuata è la nuova residenzialità. Le tipologie di interventi, in questo caso, riguardano la messa in sicurezza del patrimonio edilizio e la riapertura della viabilità interclusa, con particolare attenzione al ripristino di via di Mezzo. L'intervento è stato approvato dal tavolo del Cis, in attesa di deliberazione dal Cipe (i fondi del Cipe sono di 90 milioni di euro, a cui si aggiungono appunto le risorse del Cis). Nello specifico si tratta della riqualificazione del tessuto urbano intorno a via di Mezzo, utilizzando come leva il contributo pubblico di 20milioni di euro del Cis destinato a un programma di social housing nella città vecchia e della ristrutturazione di Palazzo De Bellis, finanziato invece dalla Sisus. Poi c'è il potenziamento della pubblica illuminazione, dei servizi di videosorveglianza e la realizzazione e il completamento della rete dei sottoservizi (rete idrica, rete gas, rete fognaria, fibra ottica). «Il cittadino di Taranto deve essere invogliato a ritornare a vivere nella città vecchia», dopo il progressivo spopolamento che ha portato il numero di abitanti da 40mila a neppure 2mila. Non è un caso che due obiettivi del piano puntano ad arrestare il degrado e l'emergenza e contrastare il senso di insicurezza e pericolosità. Creare dunque un ambiente urbano adeguato alle attuali esigenze del vivere e del produrre, nuovi insediamenti residenziali che siano attrattivi per tutte le fasce sociali, dalla parte alta alla parte bassa dell'isola. «Vogliamo rendere attrattiva l'isola - continua Occhinegro - riportando dentro le attività commerciali, le botteghe artigiane, i punti di socialità».
La seconda direttrice seguita è rivolta ai servizi per il turismo. Tra i numerosi interventi elencati, è presente la riqualificazione di Palazzo Carducci, Palazzo Troylo, Palazzo D'Ayala, la riqualificazione del waterfront di Mar Piccolo, il recupero dell'isolato fra via Cariati e via Garibaldi. Senza dimenticare gli ipogei, i percorsi pedonali come quello pensato lungo la ringhiera, per valorizzare i palazzi monumentali di Corso Vittorio Emanuele II.
«Abbiamo bisogno - conclude Occhinegro - che il turismo sia stanziale all'interno del tessuto urbano». Ma per coinvolgere i privati serve che il pubblico sia credibile, e in questo senso vanno gli sforzi dell'amministrazione, come ha confermato l'assessore ai Lavori pubblici Massimiliano Motolese, presente alla conferenza stampa a Palazzo di Città insieme al dirigente Cosimo Netti. Motolese ricorda che «la novità rispetto alla pubblicazione della delibera è lo stato di avanzamento di alcuni interventi». Il recupero architettonico dei tre palazzi nobiliari, per ospitare al loro interno centri di promozione socio culturale, per esempio, come previsto per Palazzo De Bellis, è ciò che Motolese sottolinea maggiormente. «Aspetto anche che si muovano anche quelle gru», dice Motolese, guardando però oltre il ponte, verso Palazzo degli Uffici, una ferita aperta per la storia e la cultura di Taranto. Ma quella è un'altra storia. Le ultime tre direttrici comprendono le imprese smart, con la creazione di spazi di co-working per giovani professionisti e Fab lab per artigiani digitali, il commercio di qualità e l'alta formazione per il restauro e il recupero degli immobili di proprietà pubblica come Palazzo Delli Ponti, per ospitare attività legate all'insegnamento e alla ricerca universitaria.
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