Achille Lauro, performance al MarTa: quadro sonoro dedicato alle Veneri di Parabita

Achille Lauro, performance al MarTa: quadro sonoro dedicato alle Veneri di Parabita
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Domenica 18 Dicembre 2022, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 18:45

Si chiama «La Grande Madre» l'opera nata dalla residenza artistica di Achille Lauro al Museo Archeologico di Taranto e registrata ieri con l'Orchestra della Magna Grecia, in formazione con 30 professori, e diretta dal Maestro Piero Romano, ideatore del progetto dei Quadri Sonori.

 

L'ispirazione dalle Veneri di Parabita

L'ispirazione è giunta dall'incontro con «Le Veneri di Parabita» statuine femminili, che celebrano il culto della fertilità e risalenti al Paleolitico Superiore a 20mila anni fa circa. «Siamo partiti da un tema principale - ha sottolineato Achille Lauro - che si evolve per tutto il brano della durata di 15 minuti.

C'è l'evoluzione della vita in 4 blocchi: dal tema dolce al ritmo più incalzante alla musica che abbraccia un feeling più cupo per, poi, concludersi con il ritorno all'origine, alla vita che torna, alla rinascita, con il tema musicale dell'inizio che si ripete in una sorta di catarsi».

La direttrice del Museo, Eva Degli Innocenti, ha spiegato, a proposito de «Le Veneri di Parabita», che si tratta «della rappresentazione di donne caratterizzate da una particolare enfasi degli attributi femminili e potrebbero aver svolto, a seconda dei contesti di rinvenimento e utilizzo, ruoli diversificati. Se l'aspetto simbolico o rituale connesso alla loro iconografia resta enigmatico, l'idea però che siano da mettere in relazione a un culto della fertilità appare quella più probabile e maggiormente condivisa dagli studiosi». Quella «con Lauro - ha dichiarato il maestro Piero Romano - è una collaborazione nata nel periodo del Covid, che si è evoluta nel tempo e che la scorsa estate è diventata un tour nazionale in cui l'orchestra ha accompagnato la band. Grazie a questa collaborazione l'Orchestra ne esce con un grande bagaglio di esperienza nuova. Oggi, però, si consolida un rapporto nato con Taranto, lasciando una traccia che resterà per sempre patrimonio della Città, del Museo, ma mi sia consentito, quest'opera legata al Museo nazionale di Taranto è patrimonio dell'umanità».

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