Ilva, Peacelink chiede alla Commissione europea il deferimento alla Corte di Giustizia: «Italia vìola direttiva sulle emissioni Ue»

Ilva, Peacelink chiede alla Commissione europea il deferimento alla Corte di Giustizia: «Italia viola direttiva sulle emiss
Ilva, Peacelink chiede alla Commissione europea il deferimento alla Corte di Giustizia: «Italia viola direttiva sulle emiss
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Lunedì 3 Maggio 2021, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 11:57

Riteniamo che sull’Ilva, nonostante il parere motivato della Commissione Europea, i governi italiani abbiano agito in contrasto con le norme europee. Oggi non è l’Ilva che si uniforma all’Autorizzazione Integrata Ambientale ma è l’Autorizzazione Integrata Ambientale che si conforma sull’Ilva.

Peacelink ha inviato alla Commissione europea una lettera, accompagnata da una relazione con 12 allegati tecnico-giuridici, per un totale di 25 pagine che documentano le criticità dello stabilimento siderurgico ex Ilva e la situazione sanitaria a Taranto. L'associazione negli scorsi anni ha fornito molto materiale sulle criticità del Siderurgico.

«Avviare la procedura di deferimento dell’Italia»

 

L'associazione chiede alla Commissione di avviare la procedura di deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione europea per la violazione della Direttiva 75/2010/EU sulle emissioni industriali, andando avanti con la procedura di infrazione aperta nel 2013.

Tra le criticità evidenziate, Peacelink fa rilevare che i dati dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa) dimostrano che la copertura dei parchi minerali (ultimata nel 2019) non ha fatto diminuire le polveri sottili a Taranto che provengono dalla combustione negli impianti dell'area ghisa, e sono aumentati sensibilmente i livelli di benzene (C6H6).

Il 16 ottobre del 2014 la Commissione europea «ha inviato all'Italia - spiega il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti - il parere motivato (art. 258 del TFUE) che viene indirizzato a un paese della UE che è venuto meno ai propri obblighi di fronte al diritto europeo».

La Commissione Europea, aggiunge l'ambientalista, «ha quindi richiamato l'Italia al rispetto della direttiva sull'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) ma, per tutta risposta, l'Italia» ha approvato «proroghe pretestuose e inaccettabili» che «hanno avuto come effetto quello di spostare il termine dell'attuazione delle prescrizioni» che «oggi si apprestano a prorogare oltre il 2023».

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