Pagamenti alle imprese dell'indotto ex Ilva, il prefetto di Taranto: «Soluzione in tempi rapidi»

Il prefetto Demetrio Martino in un incontro precedente
Il prefetto Demetrio Martino in un incontro precedente
di Nicola SAMMALI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Toccherà ancora una volta al prefetto Demetrio Martino la delicata opera di mediazione per dirimere la questione che deriva dai continui ritardi e dai mancati pagamenti degli stipendi dei lavoratori dell’appalto e dell’indotto di Acciaierie d’Italia, l'ex Ilva.

La richiesta

A chiedere l’intervento diretto del prefetto di Taranto sono state Fim, Fiom e Uilm a margine dell’incontro di mercoledì in via Anfiteatro, voluto dalle organizzazioni sindacali per portare al tavolo del confronto una situazione definita drammatica e insostenibile. «C’è uno stato di sofferenza legato a questo scarto temporale tra la presentazione della fattura da parte delle ditte e la scadenza dei termini per il pagamento», ha spiegato il prefetto Martino, «in un settore che vede impiegati quasi cinquemila dipendenti. Ho chiesto a Confindustria una situazione aggiornata dello scaduto, possibilmente per ogni singola impresa, perché senza questi dati non posso chiedere notizie specifiche ad Acciaierie d’Italia sul piano di rientro dei pagamenti. Credo che oggi, massimo lunedì, riceverò questo prospetto e su questo ragioneremo con Acciaierie d’Italia per cercare di accelerare. Sono sicuro che l’azienda si farà carico di una situazione che ricade sulla parte più debole, cioè sui lavoratori».  L’emergenza dura da tempo, crea disagi a livello economico e sociale per lavoratori e famiglie, e per questo necessita di un percorso immediato e risolutivo, come hanno evidenziato in una nota congiunta Fim, Fiom e Uilm.

I precedenti


Anche nel recente passato il prefetto è stato chiamato a dare lo stesso tipo di apporto. «La disponibilità dell’azienda c’è sempre stata», ha ricordato, «e questa, insieme a un confronto con le imprese stesse, ha portato non solo a rasserenare il dialogo ma anche a evidenti miglioramenti della situazione, mediante i pagamenti, sia pure scadenzati, sia pure con un monitoraggio del mantenimento degli impegni presi.

Recentemente si è arrivati anche al totale appianamento dell’arretrato. Questo è un problema ciclico, ma confido che avrò da parte di Acciaierie d’Italia la stessa disponibilità: insieme cercheremo di capire come si può provvedere, in tempi possibilmente celeri, a pagare lo scaduto alle imprese che a loro volta salderanno quanto dovuto alle maestranze. Spero si possa trovare una soluzione in tempi molto rapidi, visto il momento, è la cosa che mi sta più a cuore. Sono a Taranto da quasi due anni, e più volte con questa attività di mediazione siamo riusciti a trovare soluzioni che potessero essere soddisfacenti per tutti. Anche questa volta c’è cauto ottimismo».

Le bonifiche

C’è poi un altro tema su cui si è soffermato il prefetto, ed è quello delle bonifiche. Martino è stato nominato commissario alla bonifica di Taranto a ottobre 2020, il suo mandato è quindi scaduto, e da più parti si chiede al più presto una nuova nomina. «Il testo della norma introdotta nell’ultimo decreto legge varato dal governo, riprende ciò che avevo suggerito sull’assoluta necessità di dotarsi di una struttura tecnica stabile, composta magari da cinque funzionari e un dirigente, che supporti il commissario; e che il periodo di gestione commissariale, come poi è stato, fosse portato da uno a tre anni. La struttura dovrebbe insediarsi anche a Taranto all’inizio del nuovo anno. È in corso e sarà credo definita la proposta che avevo avanzato all’ultimo tavolo del Cis a luglio, ovvero di riprogrammare alcune risorse, importanti, per dedicarle a interventi mirati per il mar Piccolo, quindi una bonifica orientata a dare maggiore valore all’impiego di spesa pubblica proprio in relazione alle attività della mitilicoltura e turistico-attrattive».

© RIPRODUZIONE RISERVATA