«Le società non rispondono dei reati penali singoli»: un'ordinanza nel processo T-Rex2 potrebbe ripercuotersi su Ambiente svenduto

«Le società non rispondono dei reati penali singoli»: un'ordinanza nel processo T-Rex2 potrebbe ripercuotersi su Ambiente svenduto
di Nazareno DINOI
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Domenica 25 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:46

Le società non possono farsi carico, ai fini del risarcimento del danno, dei reati commessi dai singoli ma per la loro forma giuridica possono rispondere solo dell’eventuale illecito amministrativo. Applicando questo principio che collide con precedenti pronunce di altri giudici che hanno invece accolto la richiesta di parte civile nei confronti di compagini societarie (l’ultima quelle della Corte d’assise di Taranto del processo Ambiente svenduto), il gup del Tribunale di Taranto, Pompeo Carriere, ha respinto le istanze dei comuni di Sava e Grottaglie che chiedevano di costituirsi parte civile (richiamando appunto l’ordinanza “Ambiente svenduto”), nel processo che si aprirà sullo scandalo della discarica della città delle ceramiche (corruzione, turbativa d’asta, giro di tangenti e favori) che vede alla sbarra 9 persone tra imprenditori, tecnici e politici e quattro società.

L'ordinanza

Nell’udienza preliminare che si è tenuta l’altro ieri nel Tribunale di Taranto, il gup Carriere, accogliendo le argomentazioni della difesa che si opponeva e rifacendosi a due pronunciamenti della Corte di Cassazione, ha respinto la richiesta di costituzione che il comune di Sava aveva presentato nei confronti della «Universal Service Srl» e del comune di Grottaglie relativamente all’impresa «Linea Ambiente Srl» e la «2L Ecologia Srl», quest’ultima difesa dagli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi che si erano opposti alla richiesta di parte civile dell’ente pubblico.

Con la stessa ordinanza il giudice ha ammesso i due comuni all’azione civile diretta alle persone fisiche imputate.

L’ordinanza di Carriere che esclude le società dalle responsabilità penali dei singoli, potrebbe rivedere, in sede di appello, l’intero quadro delle parti civili ammesse nel grande processo contro il danno ambientale dell’ex Ilva. L’attuale procedimento ancora nelle fasi preliminari, è quello nato dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Taranto denominata «T-Rex2» su un presunto giro di tangenti per permettere l’ampliamento della discarica di Torre Caprarica a Grottaglie ed altri illeciti nella gestione dei rifiuti e relative gare d’appalto dei comuni. Rischiano il processo, oltre alle società prima citate, Antonio Albanese, imprenditore con pluri interessi nella gestione dei rifiuti; Pasquale Lonoce, imprenditore, gestore del servizio di spazzatura nel comune di San Marzano di San Giuseppe; Giuseppe Tarantino, sindaco di San Marzano accusato di aver fatto assumere delle persone nelle imprese coinvolte; Federico Cangialosi, presidente di commissione di gara; Antonio D’Elia, prestanome, autotrasportatore; Rosalba Lonoce, imprenditrice settore rifiuti; Antonio Bucci, carabiniere; Cosimo Natuzzi, componente di commissione di gara; Giacomo Santoro, dipendete Provincia di Taranto; Lorenzo Natile, dirigente Provincia di Taranto; Pietro Accolla, dipendente impresa rifiuti.

L’inchiesta in questione nasce da una precedente indagine, sempre condotta dalla Guardia di Finanza del capoluogo ionico che culminò con l’arresto dell’ex presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, il cui processo è ancora in corso.

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