Ucciso e gettato nella scarpata, i risultati dell'autopsia: fendenti letali al collo e alla spalla

Ucciso e gettato nella scarpata, i risultati dell'autopsia: fendenti letali al collo e alla spalla
di Mario DILIBERTO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Marzo 2023, 21:28

Lo hanno colpito con diversi fendenti. Almeno due quelli certamente mortali. Uno al collo e il secondo alle spalle. E poi i tanti colpi mentre era già ferito e dolorante. Con due sfregi simmetrici al di sotto degli zigomi, simbolo della terribile morte e delle sofferenze inflitte dagli assassini al 21enne Natale Naser Bahtijari.


Queste le primissime indicazioni filtrate sull’esito dell’autopsia condotta dal medico legale Liliana Innamorato sul corpo dello sfortunato ragazzo leccese, di etnia rom, assassinato brutalmente a Manduria la scorsa settimana.

A disporre l’autopsia il pubblico ministero della Dda di Lecce Milto Stefano De Nozza, titolare delle indagini sullo sconcertante omicidio per il quale sono in carcere i tre giovani manduriani Vincenzo Antonio D’Amicis, che deve ancora compiere vent’anni, Simone Dinoi e Domenico Palma D’Oria, di 23 anni. Sono accusati di omicidio aggravato dal metodo mafioso e dall’aver agito con crudeltà. E proprio la misura di questa crudeltà è tra gli aspetti che è chiamata a stabilire il medico legale con l’accertamento andato avanti sino alla tarda serata di ieri. Da cancellare anche il dubbio, davvero latente, di eventuali ferite da arma da fuoco. 

Un omicidio raggelante


Resta il quadro di un assassinio raggelante per le spietate modalità di esecuzione, certificate dalle intercettazioni ambientali, e per la giovane età della vittima, ma anche dei tre indagati che sono accusati di averlo massacrato e ucciso. Ieri, poco dopo le 13, il pm De Nozza ha conferito ufficialmente l’incarico alla dottoressa Innamorato, alla presenza dell’avvocato Armando Pasanisi, difensore degli inquisiti insieme agli avvocati Franz Pesare e Domenico Sammarco, e dell’avvocato Renata Minafra, che rappresenta la madre della vittima. Al medico legale, nel dettaglio, è stato chiesto di esaminare ogni singola ferita e di valutare tra queste quelle da indicare come mortali. Inoltre è stato chiesto di stabilire se contro il povero Natale Naser siano state utilizzate più armi. E l’arco temporale tra le eventuali ferite letali riscontrate e la morte del ragazzo. Aspetti che consentiranno di inquadrare con puntualità scientifica i tempi e gli effetti delle aggressioni subite dal 21enne in tre luoghi diversi. Tra sessanta giorni il medico legale consegnerà la sua relazione conclusiva.


Le indagini sul delitto, come si ricorderà, hanno fatto registrare una svolta dopo appena cinque giorni dal ritrovamento del cadavere del giovane in una scarpata nell’agro di Manduria. L’omicidio è stato inquadrato nell’ambito dei rapporti tra il gruppo di Manduria di cui avrebbero fatto parte i tre indagati e i loro fornitori di droga salentini. Un rapporto sul quale erano già in corso le indagini della squadra Moble di Taranto, guidata dal dirigente Cosimo Romano.
Nell’auto degli assassini, infatti, era stata piazzata da tempo una “cimice”. Quella microspia avrebbe dovuto documentare gli affari illeciti del gruppo. E invece ha svelato le responsabilità e i terribili retroscena di un agghiacciante omicidio. <QA0>

© RIPRODUZIONE RISERVATA