Nido di tartaruga spazzato via dai reflui

Le uova spazzate via dai reflui
Le uova spazzate via dai reflui
di Nazareno DINOI
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Sabato 3 Settembre 2022, 05:00

Un nido di tartaruga della specie Caretta Caretta sulla costa ionica in località «Ostone», nella marina del comune di Lizzano, sarebbe stato in parte distrutto dall’improvviso aumento della portata dei reflui dello scarico complementare del depuratore di Lizzano che sfocia in battigia. 

L'episodio


L’episodio che sarebbe avvenuto nel mese di agosto, è stato descritto in una lettera che il Wwf di Policoro, capofila del progetto ministeriale per il monitoraggio e la messa in sicurezza dei nidi di Caretta Caretta lungo tutto il litorale ionico del Salento e della Calabria, ha inviato al comando della Capitaneria di Porto di Taranto, alla stazione di Campomarino, alla Asl veterinaria di Taranto e al sindaco di Lizzano.

La lettera


I responsabili del gruppo animalista e ambientalista, raccontano nella missiva che un bagnante di passaggio sulla spiaggia della marina di Lizzano, aveva notato sul fondo del canale di scolo la presenza di piccole uova che aveva riconosciuto essere di tartaruga avendo avuto già esperienza di una precedente schiusa avvenuta tempo prima sullo stesso litorale. Il bagnante avrebbe così allertato il Wwf di Policoro che ha inviato i suoi specialisti. «All’arrivo del personale – si legge nella lettera firmata dal responsabile amministrativo Antonio Colucci e dal ricercatore del Wwf Gianluca Cirelli -, le uova apparivano compromesse per la maggior parte, galleggianti in acqua o rotte dal passaggio di detriti e acqua». 

Il salvataggio


Il canale Ostone, infatti, aveva creato un alveo profondo che nella parte terminale, in prossimità della battigia, portava in superficie le uova. «La camera di incubazione, compromessa dall’acqua – scrivono gli animalisti nelle loro relazione - presentava tre uova rotte e 27 sparse sulla battigia. Solo 58 uova venivano scelte per la traslocazione a distanza in un nuovo sito di sicurezza a circa 17 metri dalla battigia. «La gioia del ritrovamento - continuano nella lettera i responsabili del Wwf -, è purtroppo attenuata dalla sconfortante situazione ambientale. Se l’idoneità delle spiagge tarantine alla nidificazione di Caretta è accertata - si spiega - è altrettanto vero che le minacce alla riproduzione di questa specie aumentano con il passare del tempo. A queste osservazioni - prosegue la nota - si aggiunge la presenza di scarichi non regolamentati che possono danneggiare le uova».
Secondo la ricostruzione fatta dagli esperti, mamma-Caretta avrebbe deposto le uova in un tratto non distante dalla sponda del canale che con l’aumento della portata dell’acqua, probabilmente per la pioggia o per la maggiore produzione dei reflui a monte, avrebbe esondato sommergendo la nidiata.

Da qui il richiamo del Wwf allo scarico di Ostone gestito dall’Aqp «già teatro di proteste - si legge ancora nella lettera - per la presenza di acque reflue chiare e scure direttamente svuotate sull’arenile». La nidiata con le uova superstiti ora viene controllata costantemente dai volontari. 

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