Dal 2025 idrogeno verde per l'Eni di Taranto

Dal 2025 idrogeno verde per l'Eni di Taranto
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 14 Ottobre 2022, 05:00

La raffineria di Taranto va verso la decarbonizzazione. Sarà alimentata dall’idrogeno verde, presumibilmente già nel 2025, grazie ad un progetto che vede insieme Enel Green Power ed Eni. Il sito industriale di Taranto insieme a quello di Gela, in Sicilia, è infatti il destinatario di uno due impianti di elettrolizzazione che, utilizzando acqua e il fotovoltaico come fonte energetica rinnovabile, servirà a produrre l’idrogeno verde. 

La trasformazione

L’impianto è attualmente in una fase di ingegnerizzazione, sorgerà in un’area vicina al complesso Eni, e quando sarà operativo (si stimano due anni per la costruzione), sostituirà nella stessa raffineria l’uso dell’idrogeno grigio. Quello verde rappresenta la variante pulita dell’idrogeno. Non è presente in natura e si produce attraverso le fonti rinnovabili a seguito del processo di elettrolisi, da cui è possibile produrre idrogeno verde. La successiva trasformazione produce energia e vapore acqueo senza generare effetti inquinanti. Quello grigio è invece l’idrogeno ricavato dal gas naturale in un processo chiamato “steam reformation” dove il vapore ad alta temperatura viene utilizzato per dividere il gas metano ad alta pressione. Enel Green Power ha inoltre allo studio l’installazione di altri impianti fotovoltaici nel Tarantino.
Il progetto per gli impianti di Taranto e Gela (qui l’Eni ha una bioraffineria) è stato ammesso per l’Italia al supporto pubblico autorizzato nell’ambito di Ipcei Hy2Use. È il progetto di interesse europeo nato per sostenere la ricerca e l’innovazione. Nello specifico si tratta della prima applicazione industriale con la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno.
Il progetto è portato avanti dagli Stati europei e vede un impegno finanziario complessivo di 5,2 miliardi di euro. All’interno di questo stanziamento c’è la quota per Taranto e Gela che però non è stata precisata da Eni ed Enel Green Power. 
Con l’idrogeno verde, Eni vuole dare un impulso alla decarbonizzazione dei cicli produttivi dei due impianti del Sud. Gli elettrolizzatori avranno caratteristiche diverse, dimensionate sulla produzione delle due raffinerie. Quello di Taranto sarà infatti di 10 MW, a Gela sarà invece il doppio. Entrambi avranno tecnologia Pem.
Quest’ultima è una delle quattro tecnologie attualmente in uso per i processi di elettrolizzazione. Pem, si legge su Rivista Energia, sta per membrana a scambio protonico. Opera a bassa temperatura con i protoni che passano attraverso una speciale membrana ed offre una risposta dinamica più rapida e intervalli di potenza di funzionamento più ampi rispetto all’Aec. Ha tuttavia una durata dello stack inferiore. 
Attualmente presenta costi di capitale più elevati rispetto all’Aec. Che è un’altra tecnologia, cella elettrolitica alcalina, oggi la più diffusa. Opera anch’essa a bassa temperatura, ha un basso costo di capitale ma è meno flessibile della Pem. Ha una catena di fornitura e capacità produttiva consolidate.
«Siamo orgogliosi dell’inserimento di questi progetti tra quelli selezionati dall’Unione Europea nell’ambito del prestigioso Ipcei Hy2Use - dichiara Salvatore Bernabei, ceo di Enel Green Power -. Le due iniziative in collaborazione con Eni costituiscono un passo importante per la realizzazione di impianti di elettrolisi utility scale, consentendo di testare ed accelerare lo sviluppo di tutta la filiera per la produzione di idrogeno verde in Europa». «Affrontare in modo efficace la transizione energetica nel quadro di sistemi economici e industriali diversificati e complessi, significa utilizzare tutte le tecnologie a disposizione in grado di decarbonizzare i molteplici ambiti emissivi - commenta Giuseppe Ricci, direttore generale di Energy Evolution di Eni -. L’idrogeno è una delle strade che Eni sta percorrendo e siamo lieti che questi progetti con Enel siano stati selezionati dall’Unione Europea nell’ambito dell’importante progetto comunitario Ipcei Hy2Use».
Le due società precisano infine che «la realizzazione dei progetti potrà essere oggetto di successivi accordi che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate».

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