Nave Favolosa, rischio focolaio a bordo. Già quindici i casi positivi

Nave Favolosa, rischio focolaio a bordo. Già quindici i casi positivi
di Nazareno DINOI
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Domenica 31 Maggio 2020, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:56
Quattordici persone componenti dell'equipaggio della «Costa Favolosa» la nave da crociera ferma dal 24 aprile nel porto di Taranto, sono state ricoverate l'altro ieri nell'ospedale Covid-19 di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, perché positive al coronavirus. Un quindicesimo lavoratore della stessa compagnia, anche lui Covid positivo, era stato ricoverato una decina di giorni fa nel reparto malattie infettive dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto.

Tutti stranieri di varie nazionalità, le loro condizioni di salute non desterebbero preoccupazione trattandosi di soggetti asintomatici. A quanto pare sarebbero gli ultimi membri dell'equipaggio riamasti ancora positivi al tampone, nonostante il periodo di quarantena sia passato abbondantemente.
Per questo il medico di bordo avrebbe deciso di affidarli alle cure ospedaliere sino alla loro definitiva negativizzazione.

Il 26 marzo scorso, durante una crociera nei Caraibi, altri membri dell'equipaggio della stessa nave, (una decina), dopo aver contratto il virus avevano lasciato le rispettive cabine per ricoverarsi negli ospedali di Miami, in Florida. Il 4 aprile, uno di loro, un vigilante di origine indiana di 48 anni, ha perso la vita al Larkin Community Palm Springs Hospital di Hialeah. Sono le uniche notizie certe, perchè oggetto delle cronache locali, sulla situazione sanitaria a bordo dell'unità della flotta Costa «parcheggiata» dal 24 aprile nel porto tarantino.
L'approdo tarantino è stato individuato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti come sede per la quarantena delle circa 700 persone, tutte componenti dell'equipaggio, dopo l'evacuazione dei passeggeri avvenuta negli Stati Uniti. Secondo i piani comunicati alle autorità cittadine, il gigante del mare (la Favolosa è alta 52 metri e lunga trecento), sarebbe dovuto restare a Taranto il tempo necessario per la quarantena, un paio di settimane che sono diventate cinque.

Cosa sia accaduto a bordo nel frattempo non è dato sapere se non quello di cui ha dato conto la stampa. La gestione sanitaria della nave e del suo equipaggio, infatti, viene curata dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio (A.S.P.) che risponde direttamente al Ministero della Salute.
Né il Comune di Taranto, né il Dipartimento di prevenzione della Asl jonica hanno competenze dirette sulla nave attraccata al porto. Si spiega così la gestione del recente sbarco dei 14 dell'equipaggio, tutti positivi al Covid, trasferiti con mezzi propri messi a disposizione dell'Autorità di sistema portuale, nell'ospedale di Acquaviva delle Fonti, bypassando del tutto le strutture tarantine che avrebbero potuto prestare le stesse cure.
Delle 674 persone a bordo il giorno dell'arrivo a Taranto, un numero imprecisato di marittimi avrebbe già lasciato la nave senza toccare terra, utilizzando mezzi della stessa compagnia, diretti all'aeroporto di Bari ed altre destinazioni.
A bordo resterebbero circa duecento persone per assicurare la cosiddetta «tabella minima di armamento», il numero minimo di addetti necessario a consentire così le funzionalità vitali della nave da crociera. Il Comune di Taranto non ha competenze all'interno delle aree portuali, ma ha preteso che non vi fosse anche il minimo rischio per la popolazione.
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