Manduria, muore dopo l'operazione per una frattura: nei guai quattro medici

Muore dopo un'operazione per una frattura al femore, indagati quattro medici a Manduria. I familiari: «Vogliamo la verità»
Muore dopo un'operazione per una frattura al femore, indagati quattro medici a Manduria. I familiari: «Vogliamo la verità»
di Nazareno DINOI
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Martedì 17 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:52

Quattro medici dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria sono indagati dalla Procura della Repubblica di Taranto per la morte di un 76enne del posto deceduto otto giorni dopo il ricovero per la frattura di un femore. Il pm che coordina le indagini, Vittoria Petronella, ha inviato i quattro avvisi di garanzia come atto dovuto per permettere agli indagati di nominare un proprio perito di parte che prenderà parte all’autopsia. Domani il sostituto procuratore affiderà l’incarico ai propri consulenti tecnici, il medico legale Sara Sablone e lo specialista in ortopedia e traumatologia, Vito Simone che programmeranno nelle prossime ore l’esame autoptico.

I fatti

Il settantaseienne era un noto imprenditore di Manduria che operava nel campo del riciclo di rifiuti e nella vendita del legname. A fare aprire l’inchiesta sono stati i suoi familiari che hanno affidato incarico all’avvocato Giuseppe Brunetti. Nella querela presentata al commissariato di polizia della città messapica, sono descritti gli ultimi otto giorni di vita dell’imprenditore. L’uomo lo scorso 2 agosto era stato ricoverato per una frattura di femore nel reparto ortopedia del Giannuzzi dove due giorni dopo era stato sottoposto ad un intervento chirurgico che secondo i sanitari si sarebbe concluso con successo.

Secondo quanto dichiarato dai parenti, invece, dopo l’intervento la famiglia non sarebbe stata informata sulle reali condizioni di salute del congiunto.

Così una delle figlie si sarebbe recata in ospedale riuscendo finalmente a vedere il padre il quale, secondo il suo racconto, non riusciva nemmeno a parlare. Preoccupata la donna avrebbe chiesto ai sanitari che l’avrebbero rassicurata circa la normalità del decorso operatorio. Dopo sei giorni, sempre secondo i denuncianti, ancora senza nessuna informazione, la figlia si sarebbe recata nuovamente in reparto riuscendo a parlare con il primario il quale confermava le buone condizioni di salute del paziente.

Il pomeriggio di quello stesso giorno, esattamente il 10 agosto scorso, una telefonata partita dal reparto di ortopedia annunciava alla famiglia il decesso del loro congiunto. I parenti apprendevano così l’intenzione del primario di fare eseguire un’autopsia tecnica per comprendere le ragioni del decesso, esame che sarebbe stato eseguito dal medico legale della Asl. I familiari hanno però voluto vederci chiaro su quanto era successo pretendendo a questo punto la presenza di un proprio medico legale che assistesse all’autopsia.

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