Morte di Stano: la difesa degli “orfanelli” chiede la messa alla prova

Morte di Stano: la difesa degli “orfanelli” chiede la messa alla prova
di Nazareno DINOI
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 08:15

Saranno giudicati con l'abbreviato gli 11 minori imputati nel procedimento nato dall'inchiesta sulla morte del pensionato di Manduria Antonio Cosimo Stano. Decesso dovuto, secondo l'accusa, alle continue vessazioni e violenze subite dal branco, 16 in tutto, tra i sedici e i 23 anni, componenti della banda dei cosiddetti «orfanelli».

Il rito alterativo che in caso di condanna concede lo sconto di un terzo sulla pena prevista, è stato concesso ieri dal gup Bina Santella, accogliendo la richiesta della difesa che incassa anche l'accettazione, da parte del gup, di una controperizia medico legale di parte. Nell'aula del tribunale dei minori di Taranto dove si è svolta la camera di consiglio, erano presenti gli 11 minori e gli educatori delle rispettive comunità di recupero dove sono stati assegnati dopo il primo periodo di detenzione nel minorile di Bari. Con gli imputati anche i genitori che hanno accolto con favore e speranza la decisione dell'abbreviato.

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L'udienza, durata circa un'ora e mezza, si è conclusa con il rinvio al 4 dicembre prossimo, ufficialmente per decidere se accogliere o meno la richiesta di messa alla prova avanzata dai difensori. Un'altra interpretazione del rinvio è quello sollevato dall'avvocato Franz Pesare, difensore di un minore presente in aula, promotore di un ricorso in cassazione: cercherà di mettere in discussione il reato di tortura e comunque la partecipazione del suo assistito a tale pratica che, da sola, comporta una pena sino a 30 anni di reclusione. Naturalmente l'accoglimento del ricorso per uno degli imputati, riscriverà l'intero iter procedurale, comprese le strategie difensive di tutti, motivo per cui Pesare aveva chiesto il rinvio dell'udienza di ieri in considerazione dell'appuntamento con la corte di Cassazione, già fissato per il prossimo 15 ottobre.

Nel frattempo, per dicembre il gup Santella ha chiesto all'Ufficio di Servizio Sociale per minorenni di rendere già disponibile un programma per l'eventuale affidamento in prova degli 11 ragazzi alla sbarra. La soluzione che metterebbe d'accordo tutti - comporterebbe per i minori un periodo di rieducazione, della durata di non oltre 3 anni, superato positivamente il quale si prescriverebbe il reato. Diversamente la battaglia del collegio difensivo composto dagli avvocati, Franz Pesare, Nicola Marseglia, Daniele Capogrosso, Antonio Carbone, Davide Parlatano e Lorenzo Bullo, sarà concentrata sull'annullamento del reato della tortura. Per questo (se non ci penserà la corte suprema), punteranno molto sulla contro perizia medico legale che ribalta la tesi del consulente della pubblica accusa (la morte del pensionato è conseguenza diretta delle violenze subite nel tempo da parte dei bulli). Diversa, invece, la lettura della perizia di parte che sul decesso del 65enne allunga ombre sulla buona pratica medica eseguita sul pensionato nel periodo in cui è stato ricoverato.

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