L'amianto uccide un marinaio, alla famiglia risarcimento di 200mila euro: «Vittima del dovere»

Immagine di repertorio
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Mercoledì 16 Ottobre 2019, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 10:33
Il Tribunale di Taranto ha riconosciuto agli eredi di un motorista navale della Marina Militare, equiparato a Vittima del Dovere, un risarcimento di 200mila euro, il riconoscimento ad arretrati pensionistici e una pensione mensile di 1600 euro. Lo rende noto l'associazione Contramianto onlus.

«Giustizia è fatta. Per quella morte causata dal cancro alla pleura il marinaio ha conseguito lo status di Vittima del Dovere», afferma il presidente Luciano Carleo.
La famiglia, assistita da Contramianto, ha chiesto verità per quella morte prematura provocata dall'amianto servendo la patria a bordo di navi coibentate con amianto. «Agli eredi aventi diritto andrà complessivamente mezzo milione di euro, tra speciale elargizione di 200.000 euro ed arretrati pensionistici, oltre ad una pensione mensile di 1600 euro», specifica Contramianto.

Il Marinaio era stato Motorista navale Marina Militare negli anni ottanta su naviglio di base all'Arsenale MM di Taranto. «Trent'anni dopo la prima esposizione la diagnosi di mesotelioma, il tumore di certezza provocato dall'amianto, quindi il decesso. Una vita rubata all'affetto dei propri cari, un dolore impagabile ma che ha avuto giustizia. Il riconoscimento di Vittima del Dovere è giunto al termine di un percorso ostinato di Contramianto che ha sempre creduto con la famiglia in quel diritto ricostruendo la storia lavorativa del marinaio in ambienti navali inquinati dall'amianto con particolare riguardo ai motori e alle manutenzioni meccaniche. Una storia di morte ed amianto che purtroppo non è unica ma che riguarda moltissimi militari ed operai della Marina, amianto e non solo le cause di patologie anche letali», aggiunge il presidente Carleo.

La Rete di Supporto Sociale Contramianto nel periodo 2007-2019 ha censito prevalentemente nell'area di Taranto, tra lavoratori Arsenale, indotto e Marinai, 337 casi, cancro e malattie invalidanti. In particolare si hanno 209 patologie tumorali delle quali 92 mesotelioma, 83 cancro polmonare, 2 alla laringe e 12 al rene/vescica, «questi ultimi in crescita insieme alle 5 Leucemie e alle 2 mielodisplasie, effetti che riteniamo collegabili alle esposizioni ad amianto, ma anche ad altri cancerogeni e sostanze pericolose, riscontrati anche 3 casi di cancro al fegato, 7 casi di tumore allo stomaco e 3 tumori cerebrali», chiarisce Carleo.

Tra le 128 patologie non tumorali si registrano prevalentemente placche pleuriche, fibrosi ed asbestosi oltre ad un numero considerevole di ispessimenti.
Contramianto dunque ritiene necessario che si rafforzi il programma di controllo sanitario per gli ex esposti amianto in Marina Militare un controllo periodico per operai e militari «che hanno respirato nei decenni le polveri di amianto e che oggi temono per la loro salute, migliaia di lavoratori ai quali va assicurata la tutela sanitaria», conclude la onlus.
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