Ex Ilva, Arcelor Mittal perde un miliardo di dollari

Ex Ilva, Arcelor Mittal perde un miliardo di dollari
di Alessio PIGNATELLI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Maggio 2020, 11:02
Malissimo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I numeri di ArcelorMittal parlano chiaro, i segni meno sono presenti nella comparazione tra il primo trimestre di quest'anno e quello del 2019. L'effetto coronavirus non lascia scampo. Questa la situazione dettagliata ieri dalla multinazionale dove spiccano - paragonando i dati con primi tre mesi del 2019 - una riduzione del 22,6% del fatturato (14,844 miliardi di dollari) e una perdita netta di 1,120 miliardi di dollari. Quest'ultimo dato assume ancora più significato se si considera che nello stesso periodo dell'anno scorso ci fu un utile di 414 milioni.

La produzione è stata pari a 21,1 milioni di tonnellate (-12,4%) e le consegne a 19,5 milioni di tonnellate (-10,6%).
La morsa da Covid-19 impatta su tutto il gruppo dell'acciaio. Nelle 22 pagine di relazione - il sito di Taranto non è mai citato - la pandemia è una premessa fondamentale. La società sostiene che la prima priorità è stata di assumere tutte le azioni necessarie per salvaguardare il benessere del personale e per fornire supporto in base a quanto richiesto nelle comunità in cui opera. Le attività economica e le condizioni del mercato dell'acciaio sono notevolmente peggiorate da quando sono state introdotte le misure dei governi di tutto il mondo per contenere la pandemia e ArcelorMittal si è dovuta adeguare diminuendo gli ordini e riducendo tutti i costi in linea con livelli produttivi eccezionalmente bassi.
Seppure siano state migliorate le performance operative rispetto al trimestre precedente, l'escalation della pandemia è stata molto impattante. «Il miglioramento delle performance operative nel primo trimestre è stato oscurato dalla crisi legata alla diffusione del coronavirus ha commentato Lakshmi Mittal, presidente e Ceo di ArcelorMittal - Ci siamo mossi per proteggere il business a fronte di uno scenario senza precedenti».

Per far ciò il gruppo «ha chiuso temporaneamente alcuni forni, tagliando la produzione e riducendo i costi operativi». Secondo il patron, ci sono ancora troppe incertezze per prevedere con precisione cosa riserva il resto dell'anno: «Nel corso del mese molti paesi hanno iniziato ad annunciare i dettagli delle rispettive exit strategy. Nonostante rappresentino un alleggerimento, e non una fine, del lockdown, i settori delle costruzioni e della manifattura saranno tra i primi a ripartire e stiamo vedendo alcuni segnali della ripresa dell'attività dei clienti».
Come detto, il sito di Taranto non è mai citato mentre la costola italiana è presente nel documento in particolare per due tematiche. Innanzitutto, rispetto agli indici degli infortuni superiori rispetto alla media europea tant'è che si distinguono i risultati del Vecchio Continente con e senza Am Italia. E poi per l'argomento principale, ossia quell'accordo del 4 marzo che ha scongiurato lo scontro legale con il governo. Il 4 marzo 2020, si legge, ArcelorMittal ha annunciato che Am InvestCo e i Commissari di Ilva hanno firmato un emendamento (Accordo di modifica) al contratto originale di locazione e acquisto per Ilva.

L'accordo di modifica delinea condizioni per un investimento significativo da parte di entità sponsorizzate dallo Stato italiano in Am InvestCo, costituendo così la base per un'importante nuova partnership tra ArcelorMittal e il governo italiano. L'investimento azionario di quest'ultimo da finalizzare in un accordo (Accordo di investimento) entro il 30 novembre 2020, sarà almeno pari alle passività rimanenti di Am InvestCo rispetto al prezzo di acquisto originale di Ilva. L'accordo è strutturato attorno a un nuovo piano industriale per Ilva che prevede investimenti nella produzione di acciaio a basse emissioni di carbonio. Poi la specifica fondamentale: Nel caso in cui il Contratto di investimento non venga eseguito entro il 30 novembre 2020, Am InvestCo ha diritto di recesso soggetto a un pagamento concordato (ossia la clausola da mezzo miliardo ndc). La chiusura definitiva del contratto di locazione e di acquisto è ora programmata a maggio 2022, fatte salve le condizioni precedenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA