Mare aperto, esercitazione nel Golfo di Taranto con i Paesi Nato

Una delle simulazioni
Una delle simulazioni
di Francesca RANA
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 10:50

A bordo di Nave Cavour, con uno sguardo si controllano le operazioni reali e con l'altro si coordina “Mare Aperto” (seconda nel 2022), la più grande esercitazione della Marina Militare italiana insieme ad Alleanza Atlantica e marine estere, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti d'America.

L'attività nel Golfo

Hanno iniziato il 3 ottobre a simulare uno scenario inventato e concluderanno il 27 ottobre. La particolarità negli ultimi cinque anni circa è stata il coinvolgimento di 50 studenti universitari, selezionati attraverso bandi, e docenti di 13 atenei, con il compito di svolgere funzioni realmente essenziali di pi (pubblica informazione), polad (political advisor), legal advisor, ingegneri, in situazioni vere, le infermiere della Croce Rossa Italiana, il Centro Studi Internazionali ed il Centro di Geopolitica e Strategia Marittima (Cesmar). 
Ieri mattina, le forze in campo rappresentavano Enotria, paese dell'Alleanza Atlantica, ed Aretusa, una potenza impegnata in azioni di destabilizzazione, dotata di una cospicua componente di sottomarini insidiosi, e nelle staff room, in spazi diversi, si stabilivano le strategie contrapposte e si testavano le soluzioni proposte.

Le dichiarazioni

«La facciamo per addestrare gli equipaggi nelle diverse forme di impiego, anti sommergibile, anti nave, unità di sbarco, proiezione a terra, aerei, elicotteri, mezzi cingolati, forze speciali, efficienza di mezzi - spiega il comandante della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, imbarcato con 80 membri veri di staff - e verifichiamo la capacità della Squadra Navale nel suo insieme di assolvere le missioni di una task force joint, interforze, controllo di spazi marittimi, scortare navi di rilevanza.

Abbiamo inserito due raid nello scenario nel territorio di Aretusa - chiarisce - per neutralizzare due siti di missili balistici».

La simulazione

Nello Jonio, le navi Alpino ed Etna, sintetizzava il capo di Stato Maggiore di Cincnav/Squadra Navale, ammiraglio di divisione, Fabio Gregori, simulavano una nave militare ed un abbordaggio su un mercantile sospettato di attività illecite tra Aretusa ed i terroristi di Shardana, ad esempio traffico d'armi, con elicotteri essenzialmente Nh90, team del San Marco, ed F35 in supporto. 
Sull'isola di San Pietro, nel Golfo di Taranto, le navi anfibie San Giusto e San Giorgio, sotto il comando di Nave Garibaldi, sede del comando di forza anfibia e piattaforma di lancio di elicotteri da sbarco, hanno mandato la Brigata San Marco con mezzi più piccoli, paracadutisti, elicotteri e carri anfibi AA97 cingolati in grado di navigare e sbarcare e, infine, aerei Av8,con l'intento di confondere la situazione, una manovra diversiva finalizzata ad ingannare gli aretusani, prima di fare il vero raid notturno.
Era presente il capitano di vascello Marco Casapieri, comandante delle Forze Aeree: «La forza navale - commenta - ha al suo interno tutte le capacità necessarie, aeromobili, forza anfibia con capacità speciali. Tutto può essere condotto autonomamente, con l'Aviazione Navale organica alla Squadra Navale».
Un gruppo di studenti simulava di essere una delegazione di osservatori, tra legal advisor, ingegneri o pi, al loro primo sbarco su una spiaggia, Vincenzo Barbato (Università La Sapienza di Roma), Filippo Corsini (Cattolica di Milano), Pierfilippo Mancini (Politecnico di Milano), Giulia Moscarino (Università per stranieri di Siena), Arianna Pellicciotti (Statale di Milano).
I loro studi sono coerenti con le attività di questa esercitazione e probabilmente alcuni di loro in segreto aspirano a tornare su queste navi in servizio effettivo. Nella speranza, tuttavia, di relegare questi scenari nella finzione.

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