Nuovo assalto dei lupi agli allevamenti: sbranate 25 pecore

Nuovo assalto dei lupi agli allevamenti: sbranate 25 pecore
di Lucia J.IAIA
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Domenica 7 Giugno 2020, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 23:06
Tornano i lupi e fanno una carneficina. L’ultimo, gravissimo episodio è avvenuto la notte scorsa in un allevamento tra Mottola e Martina Franca, in provincia di Taranto, dove 25 pecore sono state sbranate ed il resto del gregge irrimediabilmente ferito. Serpeggia molta paura e preoccupazione tra gli allevatori, anche perché nei lunghi mesi di lockdown pare che i feroci animali si siano triplicati. Si è di fronte ad una vera e propria mattanza nelle stalle pugliesi dove, nei primi nove mesi del 2019, sono stati uccisi oltre 500 capi, tra pecore, capre, mucche, agnelli ma anche suini e asini.

«Nel giro di dieci anni, i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e allevatori. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro», denuncia Coldiretti Puglia. Il rischio è che i pascoli vengano abbandonati dalla fuga di chi vive di allevamento, compresi i giovani che guardano verso questo settore. «Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi», insiste Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Brandelli di animali purtroppo, è quanto rimane dopo gli attacchi dei lupi, oltre alla ridotta produzione di latte e agli aborti causati negli animali sopravvissuti. Una situazione davvero, seria che deve essere affrontata con urgenza. «Senza i pascoli – afferma Coldiretti Puglia - aree straordinarie come la Murgia barese e tarantina e il Gargano muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città».

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Da sempre, gli allevatori provano a difendere le mandrie ed i greggi dai lupi, però negli ultimi tempi tutto è diventato più complicato. «Si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione». A dire il vero, sono diverse le specie animali che occorre monitorare per difendere anche i raccolti e la sicurezza delle persone. Nei mesi scorsi in effetti, si sono registrati avvistamenti di lupi nel borgo San Nicola a Lecce. Il timore è che gli animali si avvicinino pericolosamente all’uomo. Inoltre, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri, il problema è che si moltiplicano senza adeguate misure, come una «programmazione necessaria - evidenzia Coldiretti - per evitare il conflitto con il lavoro agricolo». Il campanello d’allarme suona forte e chiaro. «Serve responsabilità nella difesa dei pastori e allevatori che – sottolinea Coldiretti - con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni ch
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