Chiude Lord, lo storico negozio delle griffe. Il centro continua a spegnersi

Chiude Lord, lo storico negozio delle griffe. Il centro continua a spegnersi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:57

Il disagio tra i commercianti del centro di Taranto adesso è clamorosamente tangibile, evidente. Dopo oltre 30 anni, chiude anche il punto vendita di Lord in via Di Palma, angolo via Nitti. Quelle saracinesche che restano abbassate sono un pugno nello stomaco. Ma il caso è talmente eclatante che denuncia una situazione di malessere diffusa, certamente non circoscritta solo al negozio delle griffe più ricercate ma coinvolge anche gli altri. La situazione generale è considerata, dai più, insostenibile.

Le difficoltà

I negozianti del borgo preferiscono non commentare la chiusura di uno dei punti vendita Lord, boutique tra le più conosciute in città, probabilmente la più conosciuta in assoluto, dove si è sempre puntato sui grandi marchi. Eppure, l’ormai anziano titolare Giovanni Geri di coraggio ne ha avuto tanto, anche quando da ragazzo faceva il commesso per poi decidere di mettersi in proprio in via Di Palma, angolo via Pupino, proprio di fronte all’altrettanto storico giocattolaio Bari. Erano altri tempi, senza dubbio, con un commercio fiorente tanto che dopo era seguita l’apertura di un punto vendita più ampio in via Pupino ed ancora il grande salto in via Di Palma che segnò la consacrazione di Lord. Un numero rilevante di dipendenti, grande assortimento di merce e poi, nuovamente il lancio di altri punti vendita, un outlet, un negozio per bambini, uno per donne (in via Nitti) e l’altro per giovani in via Anfiteatro. Quest’ultimo, ora assorbirà quello che è stato chiuso. Una storia dunque, che era di successo e, soprattutto, di forza e lungimiranza. Eppure, ad un certo punto, la luce si è spenta proprio nel suo negozio principale, quello in cui aveva forse, sognato e progettato gran parte degli altri che, è bene precisare, restano tutti aperti. 


Ma il segnale è inequivocabile, proprio alla vigilia del periodo natalizio. Una decisione sicuramente sofferta e sulla quale s’interrogano in tanti. Sui social, la foto del negozio chiuso è rimbalzata per tutta la giornata di ieri, con centinaia di commenti da parte degli utenti. Il consigliere comunale Luca Contrario affida ad un post su facebook le proprie perplessità. «Non ci rendiamo conto però che, quando si abbassa definitivamente una saracinesca di un negozio, tutti noi perdiamo luce, vitalità, socialità e cura in un pezzo della nostra città. Intanto lo storico negozio Lord si spegne proprio il giorno in cui in città si accendono le luci di Natale, magari può essere un utile messaggio per invitarci ad effettuare i regali natalizi nei negozi della nostra Taranto». 
Secondo il presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande è indispensabile una riflessione più ampia. «La chiusura di uno dei punti vendita Lord è una scelta commerciale, oltre che imprenditoriale, legittima.

Gli altri negozi dello stesso titolare restano aperti. Il tema, invece, su cui occorre soffermarsi è se il centro della città risulta ancora attrattivo. Il commercio sta soffrendo in generale ma bisogna prestare maggiore attenzione al borgo e alla città vecchia perché sono due asset importanti da collegare, prima possibile. Sono convinto infatti, che proprio la città vecchia possa essere trainante per il centro e sappiamo che ci sono progetti per creare un unico flusso, però dobbiamo capire quanto tempo ci vorrà perché questa riconversione avvenga». 


Giangrande pone, inoltre, un tema identitario. «Bisogna decidere quale futuro vogliamo dare a Taranto, se legato all’economia del mare, se al turismo, se all’agroalimentare o ad altro». Nel ragionamento condotto da Giangrande, l’interrogativo più grande pende sulle strategie da adottare in una città che prova ad uscire dalle briglie dell’acciaio. Il presidente di ConfCommercio lancia dunque, alcune proposte. «Perché qualcuno dovrebbe investire nel borgo? Ad oggi, non c’è convenienza. Perciò, bisogna crearla con degli incentivi, come per esempio sconti sulla Tari o sulla Tosap. E poi fornendo servizi come la creazione di parcheggi». Il rischio desertificazione è già in atto. «Certamente, qualche tempo fa, abbiamo stilato un elenco di tutte le attività che hanno chiuso ed è sbalorditivo. Quando chiude un negozio, si riduce il decoro urbano, la sicurezza, la vita di una zona. Pensiamo alle serate di pandemia, vi ricordate cosa significava avere tutte le serrande abbassate? Ricordiamolo anche ogni volta che acquistiamo dei beni on line».

© RIPRODUZIONE RISERVATA