«Preghiamo insieme contro la legge sull'omotransfobia»: bufera sull'iniziativa di una parrocchia. Il sindaco: «Chi ama, non pecca»

La foto (a sinistra il parroco, al centro la sindaca all'intervento dei carabinieri, a destra la manifestazione fuori dalla chiesa) è tratta dalla pagina Facebook di Emilio Mola
La foto (a sinistra il parroco, al centro la sindaca all'intervento dei carabinieri, a destra la manifestazione fuori dalla chiesa) è tratta dalla pagina Facebook di Emilio Mola
di Lucia J.IAIA
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Mercoledì 15 Luglio 2020, 11:39
Che il disegno di legge contro l'omotransfobia non avrebbe avuto un percorso semplice era prevedibile. Anche se verrà discusso in aula il prossimo 27 luglio ed al momento, il testo si trova in commissione Giustizia, già tante nubi appaiono all'orizzonte.
Qualche giorno fa, sono scesi in campo anche i vescovi italiani, evidenziando l'inutilità della norma in un Paese in cui esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio. Alla chiara e netta presa di posizione, segue ora però un altro passaggio: l'invito alla preghiera. Questo è quanto sta accadendo in diverse città della Puglia, da Lecce a Taranto ed anche in provincia dove nel pomeriggio di ieri si è levato un vespaio di polemiche.

Nell'occhio del ciclone, è finita la parrocchia di San Nicola di Lizzano. In una locandina, affissa in chiesa e condivisa anche sul profilo social, era stato fissato un rosario per la famiglia ( per difenderla si cita testualmente - dalle insidie che la minacciano tra cui il disegno di legge contro l'omotransfobia ).

Nell'invito, il senso dell'iniziativa che ha scatenato una miriade di commenti e proteste. «Un momento di preghiera - si legge - per offrire al Signore il nostro contributo di intercessione per bloccare l'ingiusto e perverso disegno di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini contro l'omotransfobia. Oltre alla manifestazione cittadina in piazza della Vittoria di domani sera, noi stasera in Parrocchia proponiamo liberamente questo ulteriore momento di spiritualità per contrapporre a questa liberticida ideologia legislativa la forza della nostra preghiera unitamente al quadro valoriale, che scaturisce dalla nostra antropologia cristiana! Vi attendiamo numerosi!»

L'iniziativa ha fatto sobbalzare molti ed in primis, la scrittrice Francesca Cavallo, lizzanese doc e autrice di numerosi successi editoriali. «Don Giuseppe Zito, il parroco della Chiesa San Nicola nella quale ho trascorso innumerevoli ore nel corso della mia adolescenza e giovinezza, ha indetto questo incontro di preghiera per stasera. Si potrebbe pregare per tutti coloro che hanno perso un proprio caro a causa del Covid, per le tantissime famiglie in difficoltà a causa della gigantesca crisi. Per le vite spezzate dei migranti in fuga da guerre e povertà. Oppure per le tantissime donne e bambini che vivono situazioni di gravissima violenza domestica, e che, a causa del decreto Pillon, spesso non riescono a sfuggire all'abuso anche quando riescono a trovare il coraggio di denunciare. Ma no».
Francesca Cavallo, senza troppi giri di parole così come è nel suo stile, va dritta al nodo della questione.

«Don Giuseppe vuole che i suoi parrocchiani, i miei compaesani, preghino contro la legge che vorrebbe proteggere persone come me, lesbiche, omosessuali, transessuali, dalle aggressioni di chi pensa che non meritiamo rispetto. Che non basta essere cresciuti sentendoci dire che non eravamo normali. Che non basta aver avuto paura e averne ancora tutte le volte che dobbiamo dire a qualcuno che siamo gay. Che non basta non avere pari diritti. Che non basta essere stati privati di quei momenti di amore adolescenziale entusiasta, sfacciato e senza paura». Ed è così che la scrittrice punta il dito contro il parroco. «A Don Giuseppe evidentemente piace che la gente possa continuare a odiarci e a esprimerci disprezzo apertamente. È una bella motivazione per una veglia di preghiera, l'odio. Complimenti. Se potete, aiutatemi a far girare questo post. Iniziative come questa non devono passare sotto silenzio, per il bene di tutti quegli adolescenti che la leggono e pensano di essere sbagliati. Io sarei potuta essere tra loro». Per tutto il pomeriggio di ieri, centinaia di commenti hanno invaso sia la bacheca di Francesca Cavallo che quella della parrocchia San Nicola.

L'indignazione, il senso di vergogna e le proteste, almeno in rete, predominano sull'iniziativa parrocchiale. Intanto, oggi alle 19 in piazza della Vittoria a Taranto ed in molte altre città italiane, è stata indetta una manifestazione da un fronte pro famiglie contro la legge.
A Lizzano, invece, durante l'appuntamento in parrocchia alcune persone si sono presentate dinanzi alla chiesa per manifestare il loro dissenso rispetto all'iniziativa. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione per prevenire eventuali problemi di qualsiasi tipo.
 


I militari avrebbero anche identificato alcuni dei manifestanti, suscitando la reazione del primo cittadino Antonietta D'Oria che avrebbe difeso i manifestanti sostenendo il loro diritto ad esprimere il dissenso contro l'iniziativa del sacerdote. Un caso che, c'è da scommetterci, continuerà a provocare polemiche. 
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