Liste d'attesa pubblicate: poco meno di un anno e mezzo per una risonanza alla testa

Liste d'attesa pubblicate: poco meno di un anno e mezzo per una risonanza alla testa
di Vincenzo DAMIANI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Agosto 2019, 08:05
Dopo due diffide indirizzate ai direttori generali, le Asl pugliesi a macchia di leopardo e in maniera disordinata e non sempre chiara e completa hanno cominciato a pubblicare sui siti istituzionali i dati mensili sulle liste di attesa. La più solerte e precisa è stata l'Asl di Lecce: aprendo la homepage, sotto la voce Tempi di attesa, è possibile trovare e visionare il monitoraggio effettuato mensilmente, da gennaio a luglio 2019, oltre a poter comparare i dati con i vecchi report. La rilevazione è stata eseguita lo scorso 4 luglio, nell'elenco compaiono tutti gli esami e le visite individuate dal Piano nazionale delle liste di attesa: sono suddivisi per tipologia di controllo da eseguire, il cittadino può facilmente rendersi conto, anche facendo un confronto tra strutture, di quanti giorni dovrà attendere per sottoporsi ad un determinato esame.

Nelle tabelle è indicata anche la data presunta della prenotazione. Ad esempio: per una colonscopia l'attesa risulta essere di 379 giorni, per una elettromiografia di 278 giorni, per una risonanza magnetica cervello e tronco si arriva a 487 giorni. Quello che emerge chiaramente è che rivolgendosi agli ospedali più grandi (il Vito Fazzi ad esempio), l'attesa si allunga. Ma optando per ambulatori più piccoli i tempi si accorciano: se al Fazzi per un ecocolordoppler dei tronchi sovra aortici occorre aspettare mediamente 60 giorni, alla clinica San Francesco di Galatina l'attesa è di 19 giorni. Un terzo. Anche l'Asl di Brindisi ha provveduto, come previsto dalla legge, a pubblicare i tempi di attesa sul sito istituzionale ma la consultazione non è per nulla agevole e intuitiva. Innanzitutto, rispetto all'Asl di Lecce, sino a ieri sera erano pubblicati solo i dati riferiti ai mesi di maggio e giugno 2019; ma, aspetto più importante, le informazioni e le tabelle sono state ordinate in maniera confusionaria e non di immediata comprensione.

Compaiono, sostanzialmente, tutte le prestazioni possibili e immaginabili e non solo quelle previste dal Piano nazionale, e districarsi nella lettura è davvero impresa ardua. Difficile, ad esempio, fare una comparazione tra diversi ospedali e ambulatori come è possibile fare, invece, sul portale dell'Asl di Lecce: solo in questa maniera il servizio diventa utile per il cittadino, perché gli permetterà di scegliere rapidamente a quale struttura rivolgersi per accorciare i tempi dell'attesa. Basti pensare che i dati del monitoraggio dell'Asl di Lecce sono racchiusi in poche e schematiche pagine (cinque), mentre le pagine del documento dell'Asl di Brindisi sono 251. Una enciclopedia, inutile però.

L'Asl di Taranto, invece, sino a ieri sera alle 20 non aveva ancora provveduto a pubblicare i tempi di attesa di maggio, giugno e luglio, è consultabile soltanto il piano attuativo di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021; stesso discorso vale anche per l'Asl Bari. La legge regionale prescrive che con scadenza bimestrale - e comunque non oltre il quinto giorno del bimestre successivo - i direttori generali delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliero-universitarie e degli Irccs di diritto pubblico, provvedano a pubblicare sul relativo sito istituzionale i dati di monitoraggio distinti per classi di priorità sui tempi d'attesa nell'erogazione di tutte le prestazioni eseguite nell'ambito dell'attività istituzionale e dell'attività libero-professionale intramuraria, e i risultati della contabilità analitica e separata riferita al bimestre precedente, con indicazione dei costi diretti e indiretti, e dei mancati introiti da compartecipazione alla spesa sanitaria. La norma è ufficialmente entrata in vigore lo scorso 12 aprile 2019, quindi per il primo bimestre maggio-giugno 2019 la pubblicazione sui portali doveva avvenire entro il 5 luglio 2019. Dando un'occhiata ai siti delle Asl e delle aziende ospedaliere autonome, non si può ancora affermare che la legge venga rispettata. Ci sono ancora falle, dati mancati, informazioni non chiare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA