Salgono a tre i licenziamenti effettuati dalla nuova società Acciaierie d’Italia (ex Ilva, ex ArcelorMittal Italia) per l’incendio con esplosione verificatosi la mattina di Pasquetta alla colata continua dell’acciaieria 2 a Taranto. All’addetto al pulpito, una postazione di controllo dell’impianto, già licenziato nei giorni scorsi dall’azienda dopo essere stato sospeso dal lavoro, se ne sono aggiunti oggi altri due. Sono anch’essi addetti alla colata continua. I tre sono dipendenti Acciaierie d’Italia.
L’azienda imputa loro la responsabilità dell’incidente (che però non ha causato feriti, né altre gravi conseguenze) mentre tutti i sindacati contestano tale accusa tant’è che hanno effettuato anche uno sciopero venerdì scorso. A dare la notizia dei nuovi due licenziamenti è il sindacato Usb.
Quest’ultimo afferma che è in atto “una vera e propria mattanza messa in atto da Arcelor Mittal/Acciaierie d’Italia. Salgono a tre i dipendenti che la multinazionale pensa di “educare” al silenzio - afferma Usb - utilizzando in maniera strumentale, quindi punitiva, il licenziamento”.
“Tre licenziamenti per un incidente sul lavoro che non solo non ha causato alcun danno, ma che non è assolutamente imputabile al comportamento dei lavoratori, sono una cosa assurda e vergognosa”. Lo dichiara il segretario della Uilm, Antonio Talò, a proposito dei due nuovi licenziamenti di oggi da parte di Acciaierie d’Italia a seguito di un incendio verificatosi la mattina del 5 aprile ad una delle colate continue dell’acciaieria 2.