Durante la pandemia, ho più volte raccontato nei miei pezzi su Nuovo Quotidiano di Puglia, l’altra faccia della medaglia. Quella in cui tanti cittadini comuni si sono dati da fare per aiutare qualcuno che era in difficoltà. Mi riferisco alle raccolte alimentari, ma anche ai gesti di umanità compiuti negli ospedali, magari avvicinando i letti di due coniugi separati dal Covid o a quell’anziana che cuciva mascherine quando era impossibile trovarle. Così, quando il 9 marzo ho visto sui giornali l’immagine del nostro Presidente Sergio Mattarella che, con pazienza, attendeva di ricevere il vaccino anti Covid 19, ho pensato che ad un uomo come lui potesse interessare sapere cosa era accaduto in questo angolo d’Italia.
La lettera
Senza pensarci troppo, gli ho inviato un’email proprio dopo aver scritto uno di “quei” pezzi, ma ricordo di averlo fatto più per me stessa, per darmi coraggio in un momento così difficile per tutti noi. Gli ho scritto che avevo visto tanta generosità e che mi ero sforzata di evidenziarla sempre negli articoli, perché convinta che quell’emergenza potesse essere affrontata solo grazie ad un maggior senso di comunità. Abbiamo visto morire tanta gente e abbiamo pianto per i nostri cari, ma non possiamo ignorare il fatto che una bellissima rete dal basso sia stata utile e importante, nata proprio grazie agli sforzi di alcuni cittadini. Ed è la loro voce che volevo giungesse al Presidente in quella mia email. Poi, sinceramente, non ci ho più pensato più.
La chiamata dal Quirinale
Mai mi sarei aspettata la telefonata di ieri mattina.