Leonardo ridisegna le strutture puntando a uno sviluppo quinquennale: per la sede di Paolo VI a Taranto tanti dubbi

Leonardo ridisegna le strutture puntando a uno sviluppo quinquennale: per la sede di Paolo VI a Taranto tanti dubbi
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 17 Marzo 2022, 05:00

Il ridisegno, da parte di Leonardo, della divisione Elettronica per la Difesa con un piano di sviluppo quinquennale in chiave di rafforzamento europeo e la creazione di 18 poli specialistici in Italia, sarà al centro il 23 marzo di un incontro tra azienda e sindacati. L’operazione impatta anche Taranto. Per due motivi.

Anzitutto perché nel sito, che è nel rione Paolo VI - dove era la scuola di formazione della Cisl e dove poi sono venute altre aziende dell’allora Finmeccanica come SSI e Selex prima di arrivare all’attuale divisione - sono già stati trasferiti da Leonardo Grottaglie, che appartiene ad Aerostrutture, i primi 25 dipendenti. L’organico della realtà tarantina Elettronica per la Difesa è così passato da 150 a 175 dipendenti.

Entro luglio, arriveranno poi altri 25 addetti da Aerostrutture Grottaglie e si salirà a 200. Il travaso risponde alla necessità di equilibrare la forza lavoro tra divisioni. Infatti Aerostrutture, a seguito della pandemia, della riduzione dei voli e del taglio degli ordini da parte delle compagnie, soffre pesantemente, tant’è che a Grottaglie è in corso la cassa integrazione ordinaria per un migliaio di unità. Cassa pure a Foggia, Nola e Pomigliano d’Arco, altri stabilimenti di Aerostrutture, ma in misura minore. Al contrario, Elettronica per la Difesa non ha assolutamente problemi di lavoro.

Spostamento di sede

C’è poi un secondo motivo. Nell’operazione prefigurata da Leonardo, è previsto che la divisione vada da Taranto allo stabilimento di Grottaglie. Il tutto rientra nel piano generale che prevede investimenti per 200 milioni di euro annui per il sistema industriale italiano che salgono a 300 milioni annui considerando la parte della stessa divisione in Gran Bretagna. Vengono poi stanziati ulteriori 50 milioni nei primi 3 anni per l’ottimizzazione dei siti industriali nazionali. Obiettivo finale è la creazione di poli tecnologici specializzati a forte vocazione innovativa (uno è appunto quello di Grottaglie), al completamento della digitalizzazione delle linee produttive, nonché alla sostenibilità ambientale e al rafforzamento della logistica, dei flussi produttivi e della supply chain (la catena di approvvigionamento).

Lo stabilimento di Grottaglie - sinora ha prodotto oltre 1.000 coppie di fusoliera in composito per il Boeing 787 ma che è lanciato, in prospettiva, su nuovi programmi come l’Euromale (si tratta del drone militare europeo), il drone ad energia solare con Skydweller e l’aereo elettrico a decollo verticale VX4, provvisto di pilota, con Vertical Aerospace - assorbirà quindi anche una nuova funzione. «Con un piano nazionale, vogliamo crescere, sviluppare le attività nel settore dell’Elettronica per la Difesa e diventare leader in Europa» spiegano fonti dell’azienda.

L'attesa del sindacato

Con un’età media di 52 anni, il 78 per cento sono laureati, la parte tarantina della divisione lavora con la Marina Militare e con la Difesa più in generale. «Ci occupiamo - spiega a Quotidiano Andrea Toma che per la Uil Puglia segue il comparto industria - della ingegnerizzazione dei sistemi d’arma e controllo. In pratica, tutto quello che sulle navi riguarda la gestione del CMS, Compact Management System. L’operazione presentata da Leonardo manterrà la distinzione delle due aree industriali, Elettronica Difesa e Aerostrutture, pur accorpando stabilimenti che possono coesistere». Anche perché, rileva Toma, «noi già oggi siamo a corto di spazi con l’arrivo del personale da Grottaglie». La posizione del sindacato? «Vogliamo capire, ecco perché l’incontro del 23 marzo - chiarisce Toma - Noi cresciamo tanto, abbiamo lavoro, e vogliamo verificare se il riassetto apre ad un piano di rilancio e sviluppo. Se c’è un carattere espansivo possiamo discuterne, invece se é solo efficientamento per ridurre i costi, ci poniamo sulla difensiva».

Rinaldo Melucci, candidato sindaco di Taranto per il centrosinistra, richiama le preoccupazioni dei lavoratori e afferma che togliere la divisione dalla città significa «perdere questo baluardo di innovazione tecnologica» e «sarebbe paradossale in una città che sulla diversificazione ha costruito tutte le sue ambizioni future». «Una realtà strategica, in tema di tecnologie applicate alla difesa - osserva infine Melucci -, che potrebbe dialogare proficuamente con l’università con la quale condivide la presenza nel quartiere».

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