Leo aveva realizzato un’app per la sicurezza: morto per incidente stradale

Leo aveva realizzato un’app per la sicurezza: morto per incidente stradale
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 21:49 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 06:34

Lo schermo del computer si spegne e quello che prima c’era ora non c’è più. Come un pc che va in crash, improvvisamente, così si è spezzata la vita di Leo Conte, vent’anni, morto a causa di un terribile incidente stradale che si è verificato ieri sera sulla strada provinciale che collega Massafra a Martina Franca, nel versante occidentale della provincia di Taranto. A perdere la vita, oltre a Leo, anche Leonardo Carucci di 19 anni e la sorellina più piccola, Antonella Carucci di soli 13 anni. 

Chi era Leo

Appassionato di informatica e di auto, pochi amici, ma scelti, alcuni dalle medie.

Diplomato lo scorso anno al liceo Majorana, da tutti descritto come educato, studioso, responsabile. Riservato: legava con difficoltà e per questo chissà quale successo dovrà essere stato un pranzo domenicale in comitiva. Un ragazzo normale, dunque, iscritto all’università per studiare informatica, ma già impegnato in qualche lavoretto per una o due imprese di Martina Franca. Chissà da cosa è stato causato quel click che l’ha portato via, nella piovosa domenica pomeriggio, quando quell’Opel Corsa, datata, si è schiantata contro il muretto di cemento. I suoi funerali saranno oggi pomeriggio, alle 15.30, presso la chiesa della Santa Famiglia. Con la sua, di famiglia, invece, vivevano in contrada Sisto, nel cuore della Valle d’Itria.

Il ricordo del docente


Donato Oliva, suo docente di informatica alle superiori, lo ricorda commosso: «Di lui avevamo, tutti i docenti della sezione B di informatica, un giudizio positivo. Si era diplomato con 78. Appassionato di tecnologia, aveva realizzato un sistema basato sull’intelligenza artificiale per il riconoscimento della stanchezza degli automobilisti. Il sistema riconosceva il movimento delle palpebre e qualora avesse riscontrato stanchezza, si sarebbe attivato il finestrino» spiega il professore. Ridondanti sarebbero gli accostamenti con quanto successo domenica pomeriggio, eppure non si può non notare una certa beffa del destino. Quel click ha spazzato via i sogni di chi avrebbe potuto diventare un talento ingegneristico, l’inventore di un nuovo sistema salvavite. Oppure semplicemente un figlio, un fratello, un nipotino, un amico. Continua Donato Oliva: «Aveva interfacciato la sua invenzione con la propria auto, che aveva messo a disposizione del progetto, di cui era il responsabile». Click: non c’è più il progetto, non c’è più il suo inventore.


«È con immenso dolore che apprendiamo della tragica scomparsa di tre giovanissimi ragazzi tra cui Leo Conte e Leonardo Carucci che rispettivamente per cinque e tre anni hanno vissuto la loro esperienza scolastica qui con noi, nella comunità del Majorana. La loro prematura scomparsa lascia un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Esprimiamo la nostra totale partecipazione al dolore delle famiglie e preghiamo per le loro anime», scrive sul proprio profilo Facebook la scuola. «L’incidente verificatosi nella serata di ieri lascia senza parole, portatore di un dolore incommensurabile e inspiegabile. Ancora costernato per il tragico evento, tengo ad esprimere la mia personale vicinanza, dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità martinese alla famiglia Conte e alla famiglia dei due giovani che, insieme a Leo, hanno perso la loro giovane vita», scrive invece il sindaco di Martina Franca, Gianfranco Palmisano.

 


Secondo quanto si apprende da alcune fonti, Leo Conte non è morto sul colpo. Ha resistito fin quasi all’arrivo dei soccorritori. Il sistema, in un certo modo, ha provato a tenere duro, ma non ci è riuscito. Su quella strada ha perso la vita coi suoi due amici Leonardo e sua sorella Antonella, tutti reduci di un pranzo a Martina Franca, a base di sushi. Una comitiva, si può dire, teenager che si erano trovati insieme prima a Capodanno e quindi avevano proseguito la frequentazione. Il pranzo era finito da poco, occorreva accompagnare a casa i massafresi. Lungo la strada, non si sa come, hanno incrociato i genitori dei due fratelli Carucci di Massafra. Sono stati loro a dare l’allarme e non si sa se abbiano assistito all’incidente. Quel click che si confonde con il rumore delle gocce di pioggia sulle lamiere, il torpore che non si sa appartiene al freddo o al terrore. Quei corpi sull’asfalto, sintesi disordinate di vite che avevano appena iniziato a sbocciare.

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