Dieci identità per rubare abiti d'alta moda: la banda di “Lupin” del lusso scoperta da un commerciante e in manette

Dieci identità per rubare abiti d'alta moda: la banda di “Lupin” del lusso scoperta da un commerciante e in manette
di Eugenio CALIANDRO
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Giovedì 22 Ottobre 2020, 11:19

Si presentavano, al cospetto dei commessi dei negozi che visitavano, come dei professionisti di nazionalità straniera, ben vestiti e distinti, in viaggio di lavoro con trolley al seguito. In realtà, in quel bagaglio a mano, approfittando del primo attimo di distrazione dei negozianti, i due uomini ci nascondevano merce sottratta di volta in volta dagli stand degli esercizi commerciali, prima di salutare tranquillamente ed andar via.
Professionisti sì, ma del furto. Un'attività criminosa andata avanti per diversi mesi fino a quando, grazie ad alcune testimonianze, la banda è finita nel mirino degli uomini del Commissariato di Martina Franca che, grazie ad una brillante operazione, sono riusciti ad assicurare i ladri, tutti di nazionalità serba, alla giustizia.

La cronaca. Tutto nasce dalla segnalazione di un commerciante d'abbigliamento, insospettito da tre uomini a bordo di un'auto che si aggira nelle vicinanze del suo showroom. I tre vengono riconosciuti dall'esercente quali autori di un furto di capi d'alta sartoria avvenuto già lo scorso anno presso il proprio negozio. Scatta la segnalazione al 113.
Dal Commissariato parte una pattuglia che immediatamente intercetta e ferma gli uomini a bordo della loro auto, una berlina con targa slovena. Sin da subito i documenti forniti al momento del controllo suscitano sospetti circa la loro genuinità. I tre si dichiarano infatti di nazionalità slovena, ma dagli accertamenti che vengono tempestivamente effettuati dagli agenti dimostrano invece la provenienza serba degli uomini, che vengono quindi accompagnati negli Uffici del Commissariato per un'accurata identificazione.


L'attività di controllo conferma i sospetti degli agenti: tutti e tre risultano stati più volte già identificati dalle Forze di Polizia, sia in Italia che nel resto d'Europa, con almeno altri 10 alias, utilizzati per nascondere le loro effettive identità e con numerosi precedenti a loro carico per i reati contro il patrimonio.

Una rapida attività d'indagine permette quindi agli operatori del Commissariato di accertare come i fermati alloggino da circa una decina di giorni in un noto albergo di Massafra. Scatta così anche l'ispezione delle loro stanze d'albergo dove vengono rinvenuti, oltre a numerosi documenti, risultati poi falsi, numerosissimi capi di abbigliamento muniti ancora di etichetta. Ma non solo. Sempre nel corso della perquisizione gli agenti scoprono che i tre uomini stanno già architettando e pianificando nuovi furti. Nella stanza d'albergo vengono recuperati, infatti, alcuni appunti relativi alla posizione e alle caratteristiche strutturali di altri negozi d'abbigliamento già finiti nel mirino della banda.


Le testimonianze dei commercianti vittime dei furti, rivelano anche il loro modus operandi: mentre uno dei tre restava in attesa nell'auto con il motore acceso, gli altri due ben vestiti, presentandosi come professionisti stranieri, entravano nelle boutique da uomo, portando al seguito un trolley ed approfittando di un qualche attimo di distrazione dei commessi, riuscivano a nascondere gli abiti nel bagaglio a mano, per poi allontanarsi dal negozio senza acquistare nulla. Alcuni dei capi d'abbigliamento ritrovati nelle loro stanze d'albergo, per un valore di 1500 euro, erano stati rubati proprio mercoledì scorso in una delle più prestigiose attività sartoriali di Martina Franca. Inoltre, le indagini portate avanti dagli agenti permettono di riconoscere i tre uomini serbi quali autori anche del furto avvenuto lo scorso anno in un altro showroom della zona industriale dal quale i ladri avevano trafugato merce per il valore di circa 3500 euro. I passaporti, le carte d'identità e le patenti risultate tutte false, sono state sottoposte a sequestro così come l'auto in possesso dei tre stranieri, presa a noleggio in Slovenia ed utilizzata per i loro illeciti traffici. Al termine delle formalità di rito, i tre cittadini serbi sono stati arrestati per ricettazione, false attestazioni personali a Pubblico Ufficiale e possesso di documenti falsi.

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