La maggioranza si ricompatta
Melucci incontra il gruppo del Pd

La maggioranza si ricompatta Melucci incontra il gruppo del Pd
di Michele MONTEMURRO
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Lunedì 4 Settembre 2017, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 14:15
È il giorno del chiarimento tra il sindaco Rinaldo Melucci e l’intero gruppo consiliare del Pd.
Si terrà oggi infatti la riunione tra il primo cittadino e il partito di maggioranza relativa.
Un incontro chiarificatore dopo che sei consiglieri “renziani” guidati dal capogruppo Gianni Azzaro nei giorni scorsi hanno fatto mancare il numero legale per l’approvazione dell’assestamento generale di bilancio 2017, rischiando di far sciogliere anticipatamente il Consiglio comunale dopo appena due mesi dal voto. Uno scenario che ha fatto lievitare la tensione politica della maggioranza spianando la strada ad un indispensabile chiarimento. Che è in programma proprio oggi.
Intanto nei giorni scorsi i primi due dei non eletti della lista Mutavento, Carmine Carbone e Massimiliano Greco, hanno presentato un ricorso affinché la lista possa godere del premio di maggioranza per la ripartizione dei seggi nella massima assise comunale.
Come è noto, infatti, prima del ballottaggio Mutavento ha presentato la richiesta di apparentamento con lo schieramento di Melucci per posta certificata, ma tale proposta non è stata accettata perché i termini erano scaduti.
I due candidati al Consiglio comunale della lista ritengono che così non è e hanno motivato con un’apposita documentazione le loro ragioni; in sostanza ritengono di poter godere del premio di maggioranza, che eventualmente toglierebbe un seggio al Partito Democratico e un altro alla lista Progetto in comune.
Per ora, ovviamente, sono solo ipotesi nel caso in cui dovessero avere ragione i due proponenti.
La lista Mutavento è quella che ha candidato a sindaco l’ex procuratore della Repubblica Franco Sebastio, oggi assessore comunale alla Legalità, alla Cultura e all’Attuazione del programma della giunta Melucci.
Stamattina, invece, torna a riunirsi la conferenza dei capigruppo che, salvo sorprese, dovrebbe indire la prossima seduta di Consiglio comunale per giovedì o venerdì, almeno secondo il parere di diversi capigruppo.
Questa strategia consentirebbe all’amministrazione comunale di poter approvare a breve l’assestamento generale di bilancio 2017, senza dover subire la diffida del prefetto, che verrebbe informato già in mattinata della nuova data di convocazione, che con molta probabilità gli eviterebbe di richiamare ufficialmente il Comune di Taranto.
Si va, dunque, verso la ricomposizione del quadro, come peraltro auspicato ieri dai rispettivi presidenti di Confindustria Taranto e Camera di Commercio, Vincenzo Cesareo e Luigi Sportelli, che hanno richiamato l’intero Consiglio comunale, sindaco compreso, ad un maggiore senso di responsabilità.
 
Una presa di posizione determinata da quanto accaduto in aula per la mancata approvazione del bilancio e per le paventate dimissioni del primo cittadino annunciate in Consiglio dopo soli due mesi dall’insediamento.
Sempre ieri si è registrata una distensiva nota di Azzaro a nome dell’intero gruppo consiliare, attraverso la quale ha fatto sapere che i sei consiglieri “dissidenti” mai hanno messo in discussione la tenuta dell’amministrazione e al tempo stesso hanno rivendicato più dialogo e rispetto nei confronti del partito di maggioranza relativa.
Un’armonia che se ritrovata non potrà prescindere dalla volontà dei sei consiglieri di rimpinguare il bando relativo al progetto di “interventi ludico educativi a favore del bambino malato”, che dal 2001 a seguito di aggiudicazione di gara è gestito dall’associazione Arciragazzi.
È stato proprio il parere negativo su questo emendamento, prima del dirigente e poi della maggioranza, a mettere a nudo le divergenze tra il sindaco e i “renziani”: non si tratta del motivo principale, ma della goccia che ha fatto traboccare un vaso che si è iniziato a riempire da quando Melucci ha nominato la giunta senza tener conto del parere dei partiti. Una scelta che ha alimentato incomprensioni e malumori, portando alla tensione in maggioranza deflagrata nel corso del consiglio comunale.
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