Dai genitori sugli spalti insulti sessisti a una 16enne arbitro.Il ministro Spadafora: «Una vergogna»

Dai genitori sugli spalti insulti sessisti a una 16enne arbitro.Il ministro Spadafora: «Una vergogna»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Gennaio 2020, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 22:46
Ancora un episodio di sessismo nei confronti di una donna, in questo caso una ragazza di appena 16 anni che stava arbitrando una gara di calcio giovanile a Sava, provincia di Taranto, ed è stata pesantemente insultata dagli spalti dai genitori di alcuni giovani calciatori.

Presentazione ufficiale per Saponara: «Lecce mi ha intrigato, è la piazza giusta»
Sorpresa nel Salento: a Nardò la scuola calcio del Real Madrid

I fatti si sono verificati durante la partita tra Asd Sava Neos Academy e Ragazzi Sprint Crispiano, campionato regionale giovanissimi. La ragazza è stata insultata in modo becero e invitata ad abbandonare l'arbitraggio per dedicarsi al "mestiere" più antico del mondo. L'episodio è stato reso pubblico dal padre dell'arbitro su facebook mentre la società del Sava, che ospitava l'incontro allo stadio comunale 'F. Camassa', ha preso le distanza dall'accaduto, condannamdo fermamente il comportamento del pubblico di casa.

Un fatto che ha avuto una vasta eco tanto da spingere il ministro dello Sport a intervenire. «Ancora offese sessiste ai danni di una ragazza arbitro di 16 anni. Stavolta è accaduto in un campetto di periferia nella provincia di Taranto: le offese non sono arrivate dai giovanissimi calciatori che disputavano la gara, bensì dai genitori presenti sugli spalti». Questa la denuncia del ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, che su facebook pubblica un post con la foto di una donna arbitro di spalle e la scritta "Stop al sessismo". «Oltre a dare la mia solidarietà alla ragazza, voglio condannare fortemente questa ennesima vergogna, anche e soprattutto perché proviene proprio da chi dovrebbe educare e dare il buon esempio - ha aggiunto il ministro -. Dal canto mio sarò sempre pronto a denunciare questi episodi, da quelli che avvengono nei palcoscenici di Serie A a quelli che accadono lontano dai riflettori, nei campetti di periferia. Proprio dove più forte dovrebbe essere il lato educativo e valoriale dello sport».
© RIPRODUZIONE RISERVATA