Aveva realizzato un laboratorio per essicare, lavorare e poi esportare in Cina 1,3 chili di oluturie, comunemente chiamati "cetrioli di mare". L'uomo, un cittadino cinese di 50 anni, residente a Martina Franca, in provincia di Taranto, è stato denunciato dalla guardia di finanza di Taranto per inquinamento ambientale. Le cosiddette olutarie, sequestrate dai militari della sezione operativa navale, gli avrebbero potuto fruttare fino a un milione di euro circa, visto che il loro valore in Cina raggiunge anche i 700 euro al chilo.
Una specie preziosa
I cetrioli di mare erano stati pescati illecitamente nelle acque del litorale tarantino. Una specie preziosa per l'equilibrio dell'ecosistema marino e della biodiversità, ma anche per i bracconieri ittici pronti a sfidare le regole. Secondo l'accusa il 50enne nel suo laboratorio, sprovvisto di autorizzazione sanitaria, aveva anche degli essicatori per il completo trattamento e lavorazione delle olutarie.
ll giro d'affari
Un giro d'affari milionario, quello del commercio dei cetrioli marini, già scoperto dalla guardia di finanza tarantina già nel 2017, con l'operazione "Deserto blu", che pose le basi per il riconoscimento da parte della Cassazione della pesca di frodo come delitto ambientale con l'applicazione dei cosiddetti "Ecoreati".
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