Un distretto di innovazione green e transizione a Taranto e Brindisi: le proposte di Legambiente

Un distretto di innovazione green e transizione a Taranto e Brindisi: le proposte di Legambiente
Un distretto di innovazione green e transizione a Taranto e Brindisi: le proposte di Legambiente
di Francesca RANA
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:28

Un distretto di innovazione green e giusta transizione di Taranto e Brindisi, insieme, è la proposta ufficiale di Legambiente, relativamente ai progetti presentabili e finanziabili in parte tramite il Just Transition Fund (937 milioni all’Italia), approvato in Unione Europea e inquadrato nel Green Deal Europeo, neutralità climatica entro il 2050.

È stata consegnata ieri al Comune di Taranto, nella sala consiliare di Palazzo di Città, in attesa di accogliere Goletta Verde, Ecofestival e Corsaro Fest oggi e domani a Trani, unica tappa in Puglia, e presentare i dati sul monitoraggio, a Bari, e il dossier a Brindisi.

I progetti in Ue dovrebbero ridurre i costi socioeconomici nelle comunità legate a combustibili fossili o industrie ad alta intensità di gas a effetto serra.

La proposta

«Le premesse per fare errori ci sono - avvisa il presidente di Legambiente Nazionale, Stefano Ciafani, intervenuto insieme al presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli - queste risorse, sia di Just Transition Fund, sia del Next Generation Eu (gli investimenti devono essere fatti ogni 6 mesi dopo un cronoprogramma e l’Ue non assegna le rate senza programmazione) devono essere spese bene e tutte. Presentiamo proposte concrete, perché su Taranto si possano mettere in campo in pochi anni attività di diversificazione di produzione e occupazione e si possa far chiudere una pagina pluridecennale di crisi industriali, occupazionali e sanitarie».

A loro avviso, occorre superare la logica dei commissariamenti in bonifiche di siti inquinati ed emergenze ambientali, porre fine alla “stagione di caratterizzazione”, passare alla progettazione, definire interventi cantierabili subito sulla base di risorse già stanziate e disponibili, accelerare il processo di risanamento ambientale privato e pubblico, sostenere progetti di ricerca, sperimentazioni di nuove tecnologie, puntare alla bonifica integrale di terreni, falde, fondali marini inquinati.

Le priorità a Taranto, ha spiegato sinteticamente Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, sarebbero: “Mar Piccolo, bonifica e rigenerazione”, bonifica di aree destinate alla mitilicultura, turismo sostenibile, uso di materiali biodegradabili, recupero di vecchie tecniche di lavorazione, eliminazione di manufatti abusivi, valorizzazione di una cozza tarantina d.o.p., pescaturismo, imbarcazioni alimentate ad energia solare, tipo il prototipo Sunrazor, ciclovia; “Decarbonizzazione Siderurgico”, il piano industriale dovrebbe ridimensionare il ciclo integrale a carbone grazie alla costruzione di forni elettrici e un impianto (nuovo in quanto i vecchi altiforni non sarebbero convertibili) ad idrogeno verde (con fonti energetiche esclusivamente rinnovabili, solare ed eolico), e provvedere a formare le competenze lavorative; “Aree ex Ilva, bonifica ed energia rinnovabile”, i commissari di Ilva in A.S. dovrebbero accelerare le bonifiche in aree di pertinenza, indicare il cronoprogramma di interventi, rendicontare ai cittadini, all’oscuro, produrre energia rinnovabile destinata alla produzione di idrogeno verde, attraverso l’installazione di parchi fotovoltaici; “Mobilità Sostenibile”, piste ciclabili, velostazioni, Bus Rapid Transit, collegamenti ferroviari; “Rigenerazione Urbana”, foresta urbana, 200mila alberi entro il 2025, un milione entro il 2030, Parco del fiume Galeso, riqualificazione energetica di tutti gli edifici pubblici; “Distretto di economia circolare”, il primo nel Sud Italia, con impianti in grado di attuare la digestione anaerobica, produrre biometano e compost di qualità, garantire il riciclo di pannelli fotovoltaici e pale eoliche a fine vita.

Una buona parte di progetti in via di candidatura al Fondo di Transizione Giusta, a Bruxelles, l’80/90%, coinciderebbero con questa lista di priorità di Legambiente, assicura il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci: «I soldi non sono il problema, la progettualità è il problema. Le decarbonizzazione è un modello economico, riguarda Smart City, reti energetiche, non solo l’Ilva. La transizione è costosa? Mettiamo sulla bilancia gli effetti positivi. Questa città è già un laboratorio».

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