Focolai di coronavirus, i Nas negli ospedali e nelle Rsa

Focolai di coronavirus, i Nas negli ospedali e nelle Rsa
di Mario DILIBERTO
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Mercoledì 22 Aprile 2020, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 11:42
Riflettori della procura di Taranto puntati sui due focolai Covid-19 in provincia. Con l'inchiesta in cui si ipotizza il reato di epidemia colposa in relazione ai contagi registrati in strutture sanitarie di terra jonica. Il procedimento è l'evoluzione dal fascicolo conoscitivo avviato dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone dopo i primi casi positivi nell'ospedale San Pio di Castellaneta. Quella iniziativa era stata innescata dalle polemiche e dalle accuse volate subito dopo l'allarme e i tamponi positivi.

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Da quel primo passo, però, il campo di ricerca dell'indagine, nella quale il procuratore Carbone è affiancato dal sostituto Lucia Isceri, si è decisamente allargato. In prima battuta con la formulazione dell'ipotesi di epidemia colposa. Ma anche perché l'attenzione dei magistrati, oltre che sul caso Castellaneta, si è concentrata anche sul focolaio registrato nella clinica Villa Verde di Taranto e di conseguenza sulla decisione di trasferire nella struttura alla periferia del capoluogo jonico i malati oncologici dell'ospedale Moscati di Taranto. E a ruota, negli accertamenti è entrata anche la scelta relativa al trasferimento dei pazienti del reparto di ematologia, ricoverati alla D'Amore.. Diversi aspetti della gestione della emergenza coronavirus sui quali la procura vuole fare piena luce.

In quest'ottica, i due magistrati hanno firmato una corposa delega ai carabinieri del Nas, anche alla luce di quanto emerso nella prima fase di accertamenti conoscitivi affidata agli investigatori del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri.
I militari del nucleo antisofisticazioni, infatti, hanno ricevuto l'incarico di acquisire nella sede della Asl, delle due cliniche, e degli ospedali San Pio e Moscati, tutta la documentazione relativa alla gestione della crisi provocata dal coronavirus anche in riva allo Jonio. In particolare da quando l'ospedale del quartiere Paolo VI è stato individuato come hub Covid per la provincia di Taranto.

Da quel momento, infatti, i vertici della Asl hanno dovuto gestire una serie di problematiche. A cominciare dalla presenza nel Moscati dei pazienti del reparto oncologico. Di qui la necessità di procedere con il loro spostamento, per scongiurare ogni possibilità di contagio per malati particolarmente a rischio. La soluzione scelta è stata quella di ricorrere alle due cliniche cittadine. Nella Villa Verde, però, si è dovuto fare i conti proprio con uno dei focolai al centro dell'indagine. Ora il percorso seguito nella gestione di queste fasi sarà vagliato dagli inquirenti. In particolare si punta a verificare il rispetto dei protocolli introdotti per contenere il contagio da coronavirus. Strettamente collegato al fronte jonico e al focolaio che si è sviluppato nella Villa Verde è quanto accaduto a metà marzo nel San Pio di Castellaneta. Nel mirino la catena di contagi nel nosocomio ma anche la successiva fase dei tamponi condotti a tappeto.

Una catena di oltre cinquecento test sulla cui materiale pianificazione e realizzazione sono emerse diverse criticità, evidenziate all'esterno dalla difficoltà nel comprendere con precisione e tempestività gli esiti. Al punto da spingere la stessa Asl a creare una commissione interna per valutare quanto avvenuto e eventuali profili di responsabilità.
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