Un'ultim'ora arriva da Roma, dal tavolo ministeriale in cui si è discusso della cassa integrazione per l'ex Ilva. L'amministratore delegato di Acciaierie d'Italia, Lucia Morselli, ha confermato al ministero del Lavoro che l'azienda va avanti con la cassa integrazione straordinaria.
La cigs è stata chiesta da ex Ilva per 3.000 dipendenti da lunedì prossimo. Solo a Taranto, la quota di operai in ammortizzatore sociale è di 2.500 unità.
La bozza
In una bozza di possibile intesa, si legge infatti, per quanto attiene l’azienda, la disponibilità ad usare, nel periodo di cassa integrazione straordinaria, la formazione “per il personale coinvolto nel processo di riorganizzazione al fine di continuare nel consolidato percorso aziendale di formazione utile a rafforzare ed aggiornare le professionalitá per rispondere alle evoluzioni tecnologiche”.
L’azienda “si impegna a condividere con le organizzazioni sindacali, nel corso di successivi incontri, le modalità e le tempistiche del percorsi formativi”.
Prossimo vertice lunedì
Aggiornato a lunedì alle 10.30 il tavolo al ministero del Lavoro per la trattativa tra Acciaierie d’Italia e sindacati metalmeccanici sulla cassa integrazione straordinaria. Dalla discussione sarebbe emersa una posizione più favorevole alla trattativa - sia pure in un quadro di condizioni chiare a partire dalla riduzione dei numeri dei cassintegrati - da parte della Fim Cisl. Uilm e Usb, invece, contrari alla cassa integrazione straordinaria. Ma già dall’avvio del confronto odierno era subito apparso chiaro che sarebbe stato difficile trovare un’intesa.
Il ministero del Lavoro, dal canto suo, col segretario generale Andrea Bianchi, pur evidenziando che la cassa straordinaria é lo strumento tecnico che consente di fare la ristrutturazione per gli investimenti, ha invitato l’ex Ilva a dare garanzie sul fatto che non ci saranno esuberi e sull’apertura a relazioni industriali, visto che i precedenti ammortizzatori sociali (a Taranto la cassa, con diverse causali, è in atto da luglio 2019) sono stati applicati unilateralmente, senza il consenso dei sindacati. L’azienda, collegandola al piano di ristrutturazione industriale, ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per un anno per 3.000 dipendenti di tutto il gruppo di cui 2.500 a Taranto. La cassa straordinaria è stata programmata come avvio proprio da lunedì prossimo.