Organizzazione del lavoro inaccettabile e relazioni industriali drammatiche. Nel giorno del Tavolo della siderurgia organizzato dal Mise con un focus sull'ex Ilva, i sindacati spronano e scuotono il governo. Non c'è troppo tempo da perdere intorno a riunioni e simposi, è il senso: la gestione della fabbrica da parte di ArcelorMittal fa acqua e serve l'intervento immediato da parte dello Stato come concordato a dicembre.
Tavolo sull'acciaio e focus su Ilva: Giorgetti convoca i ministri e Invitalia giovedì 18
L'INCONTRO. Oggi pomeriggio alle 17.30 si terrà il primo tavolo sulla produzione siderurgica italiana presieduto dal ministro Giancarlo Giorgetti. Presenti, tra gli altri, anche i ministri Carfagna, Cingolani, Franco, per Invitalia Arcuri e Palermo per Cdp. Con i ministri Cingolani e Colao «ci sono assoluta affinità e comunanza di vedute rispetto a focalizzare l'attenzione anche su questioni decisive come il futuro dell'acciaio italiano, come Taranto e Piombino» ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera. Il problema è che a Taranto si è fermato tutto. All'intesa del 10 dicembre per l'ingresso di Invitalia non sono seguiti passi concreti. Nello specifico, il bonifico da 400 milioni di euro resta in stand by.
I SINDACATI. «La situazione del polo siderurgico di Taranto e di tutto il gruppo ArcelorMittal Italia è tornata nell'oscurità e rischia di compromettere il futuro produttivo e occupazionale - dichiarano Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl e Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim Cisl con delega alla siderurgia - Il 2021 doveva essere l'anno del rilancio produttivo, del rientro al lavoro dei cassintegrati e dell'ingresso dello Stato tramite Invitalia nel capitale del gruppo ma a tutt'oggi nulla di questo è successo e l'incertezza ha preso il sopravvento».
LA STRUTTURA. I problemi sono anche di tipo organizzativo. Nei prossimi giorni è prevista una fermata per la manutenzione straordinaria di Afo4 ma non si conoscono i tempi, le modalità dello stesso intervento e le possibili ricadute occupazionali. Le criticità sulla cassa sono state segnalate anche a Inps «che in più occasioni ha trattato con molta superficialità le rivendicazioni riportate dalla Fiom». A rincarare la tesi, infine, la denuncia da parte di Fim Fiom e Usb di una «malsana gestione» degli impianti, in particolare Acciaieria 1. «Riscontriamo nel quotidiano che lavoratori sono lasciati sotto scacco e appesi all'ansia e all'incertezza dell'eventuale chiamata. Infatti, si annunciano partenze di impianto richiamando il personale senza alcuna informativa alle organizzazioni sindacali, salvo smentirsi sistematicamente poco dopo. Riteniamo inqualificabile l'arbitraria gestione aziendale e, in assenza di risposte risolutive, metteremo in campo tutte le azioni necessarie, a partire dallo stato di agitazione per contrastare le continue violazioni e abusi».