I sindacati al tavolo con Giorgetti: focus Ilva al ministero. I nodi della fabbrica, vicina all'implosione

I sindacati al tavolo con Giorgetti: focus Ilva al ministero. I nodi della fabbrica, vicina all'implosione
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 18 Marzo 2021, 10:37

Organizzazione del lavoro inaccettabile e relazioni industriali drammatiche. Nel giorno del Tavolo della siderurgia organizzato dal Mise con un focus sull'ex Ilva, i sindacati spronano e scuotono il governo. Non c'è troppo tempo da perdere intorno a riunioni e simposi, è il senso: la gestione della fabbrica da parte di ArcelorMittal fa acqua e serve l'intervento immediato da parte dello Stato come concordato a dicembre.

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L'INCONTRO. Oggi pomeriggio alle 17.30 si terrà il primo tavolo sulla produzione siderurgica italiana presieduto dal ministro Giancarlo Giorgetti. Presenti, tra gli altri, anche i ministri Carfagna, Cingolani, Franco, per Invitalia Arcuri e Palermo per Cdp. Con i ministri Cingolani e Colao «ci sono assoluta affinità e comunanza di vedute rispetto a focalizzare l'attenzione anche su questioni decisive come il futuro dell'acciaio italiano, come Taranto e Piombino» ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera. Il problema è che a Taranto si è fermato tutto. All'intesa del 10 dicembre per l'ingresso di Invitalia non sono seguiti passi concreti. Nello specifico, il bonifico da 400 milioni di euro resta in stand by.

I SINDACATI. «La situazione del polo siderurgico di Taranto e di tutto il gruppo ArcelorMittal Italia è tornata nell'oscurità e rischia di compromettere il futuro produttivo e occupazionale - dichiarano Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl e Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim Cisl con delega alla siderurgia - Il 2021 doveva essere l'anno del rilancio produttivo, del rientro al lavoro dei cassintegrati e dell'ingresso dello Stato tramite Invitalia nel capitale del gruppo ma a tutt'oggi nulla di questo è successo e l'incertezza ha preso il sopravvento».

La Fim chiede di fare subito chiarezza a partire dalla ricapitalizzazione tramite Invitalia e convocando il sindacato per riprendere la gestione e il miglioramento del piano industriale. «E comunque se il nuovo governo vuole migliorare le scelte in campo, lo deve fare a partire dal confronto con le parti - ammoniscono Benaglia e D'Alò - Allargare il piano di investimenti ambientalmente sostenibili con le risorse del Recovery Plan è possibile ma solo se si riprende da subito spediti a rilanciare le produzioni e a dare un nuovo assetto alla società». L'empasse si riflette inevitabilmente sulla quotidianità del lavoro. Per il coordinatore di fabbrica Fiom, Francesco Brigati, «non si è mai vista una situazione così drammatica sia dal punto di vista della gestione della fabbrica, sia delle relazioni industriali. L'attuale gestione dell'amministratore delegato Morselli è un totale fallimento che genera fratture insanabili con città, istituzioni, appalto e soprattutto lavoratori. Per la famosa transizione ecologica serve prima di tutto cambiare l'attuale management».

LA STRUTTURA. I problemi sono anche di tipo organizzativo. Nei prossimi giorni è prevista una fermata per la manutenzione straordinaria di Afo4 ma non si conoscono i tempi, le modalità dello stesso intervento e le possibili ricadute occupazionali. Le criticità sulla cassa sono state segnalate anche a Inps «che in più occasioni ha trattato con molta superficialità le rivendicazioni riportate dalla Fiom». A rincarare la tesi, infine, la denuncia da parte di Fim Fiom e Usb di una «malsana gestione» degli impianti, in particolare Acciaieria 1. «Riscontriamo nel quotidiano che lavoratori sono lasciati sotto scacco e appesi all'ansia e all'incertezza dell'eventuale chiamata. Infatti, si annunciano partenze di impianto richiamando il personale senza alcuna informativa alle organizzazioni sindacali, salvo smentirsi sistematicamente poco dopo. Riteniamo inqualificabile l'arbitraria gestione aziendale e, in assenza di risposte risolutive, metteremo in campo tutte le azioni necessarie, a partire dallo stato di agitazione per contrastare le continue violazioni e abusi».

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