Ilva su commessa Snam: «La chiusura del tubificio non inciderà sui tempi»

Ilva su commessa Snam: «La chiusura del tubificio non inciderà sui tempi»
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 12 Marzo 2016, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 14:00
La chiusura del capannone del reparto tubificio Erw non inciderà sul piano di produzione Ilva. Ad allontanare dubbi e perplessità sulle prossime consegne sono autorevoli fonti aziendali: a non essere intaccata sarà soprattutto la commessa Snam che rispetterà la tempistica concordata precedentemente. Si tratta di una gara aggiudicata per la fornitura di 45 chilometri di tubi con un diametro di 16 pollici dal valore di circa 5 milioni di euro: i lavori di bonifica e pulizia all’interno del capannone non pregiudicheranno quindi i tempi di consegna. L’aggiudicazione di quella gara pubblicizzata a novembre, al di là del valore e dei numeri, rappresenta un segnale importante per il siderurgico che riallaccia i rapporti con uno dei clienti storici. La chiusura dell’area del tubificio Erw è dovuta alla presenza di amianto. L’azienda ha provveduto a far effettuare da una ditta terza specializzata una serie di campionamenti massivi ed ambientali. Nel corso di riunione tenutasi con i rappresentanti sindacali unitari e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, l’azienda ha informato dei risultati rilevati su circa sessanta campionamenti: solo due massivi con esito positivo di cui uno costituito da frammento compatto presso la campata saldatrice sotto-gronda e un secondo costituito da polveri prelevate presso sotto-gronda.
Ilva si è servita di una ditta specializzata al fine di pulire le aree del sottotetto dell’impianto Erw specificando che “durante questo periodo ogni attività continuerà a essere interdetta all’interno del capannone oggetto di pulizia fino alla conclusione dei lavori e successiva comunicazione”. Quelle aree saranno accessibili quindi solo a fine bonifica e nessun operaio avrà accesso al tubificio prima. I tempi per restituire alla produzione il capannone non saranno lunghi. Dopo la rimozione di quei frammenti, avverrà un’ulteriore pulizia per scongiurare ulteriori rischi.
La cronologia dei lavori in quel capannone inizia a fine dicembre che consente la rimozione di circa 17 mila metri quadrati di onduline in Eternit. Il 29 dicembre, Ilva riceve l’ok dal servizio prevenzione dell’azienda sanitaria locale per riavviare la produzione ma a febbraio, in un intervento di manutenzione di una ventola, si scopre altra presenza di amianto nel sottotetto.
A seguito del ritrovamento, il 24 febbraio, di piccoli frammenti sospetti nel sottotetto del capannone del tubificio durante le attività propedeutiche alla messa in esercizio dell’impianto, le operazioni sono state immediatamente sospese e sono state avviate le procedure standard di messa in sicurezza e monitoraggio ambientale. I controlli, eseguiti all’interno di tutto il capannone, hanno escluso qualsiasi rischio di esposizione per i lavoratori.
La stessa azienda ha rigettato le accuse di aver esposto gli operai a rischi. In particolare, era stata la Fim Cisl di Taranto a denunciare che alcuni operai sarebbero stati invitati a «svolgere interventi nelle aree del tubificio Erw dello stabilimento di Taranto» nonostante la «stessa azienda tramite Sil (Sicurezza lavoratori), verificando quanto da noi denunciato, impediva alle maestranze di continuare le operazioni in corso fino a quando non fossero stati effettuati nuovi campionamenti e nuove verifiche».
La secca smentita di Ilva precisa che nessun operaio ha avuto accesso a zone interessate da bonifica. Sulla riapertura dell’impianto, l’azienda non ha fornito dettagli sui tempi ma, secondo i sindacati, entro un paio di settimane potrebbe ripartire la produzione.
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