Stop all’obbligo di dimora
Riva la spunta in Cassazione

Fabio Riva
Fabio Riva
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 12:16
Fabio Riva torna completamente libero. L’ultima misura cautelare a carico dell’industriale, infatti, è stata cancellata l’altra sera della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dal legale dell’ex vice presidente di Riva Fire, imputato nel processo “Ambiente Svenduto”.
La Corte, infatti, ha annullato senza rinvio la decisione con la quale a gennaio, i giudici della Corte di Assise di Taranto avevano sostituito gli arresti domiciliari con la misura dell’obbligo di dimora, per due anni, accompagnandola con una serie di prescrizioni.
Contro quella decisione aveva da subito proposto appello il difensore del 63enne industriale, l’avvocato Luca Perrone, ottenendo la cancellazione di tutte le prescrizioni.
In piedi era rimasto proprio l’obbligo di dimora, contro il quale il legale tarantino ha proposto ricorso per Cassazione. La discussione in camera di consiglio lunedì si è protratta sino a tarda ora, con il difensore che ha insistito sulle sue argomentazioni. In particolare, nel suo intervento, il legale ha sottolineato come fosse «errata in diritto - ha spiegato l’avvocato - la decisione della Corte che aveva inteso sostituire gli arresti domiciliari con quella meno grave dell’obbligo di dimora e ciò in assenza di richiesta formulata dalla procura ed ancora per un termine pari al doppio di quello fissato inizialmente per i domiciliari». Proprio questa argomentazione ha trovato concordi i giudici della Cassazione. Nella serata di lunedì, infatti, è giunto il dispositivo con il quale è stato accolto il ricorso dell’avvocato Luca Perrone, con conseguente annullamento senza rinvio del provvedimento adottato dalla Corte di Assise di Taranto.
Nel dispositivo, infatti, si fa riferimento proprio al fatto che l’obbligo di dimora fosse stato disposto per un periodo di due anni, rispetto al termine della misura originaria. In ragione della decisione dell’altro giorno, quindi, Fabio Riva torna completamente in libertà dopo oltre due anni. L’ex vice presidente della Riva Fire, infatti, venne arrestato all’aeroporto di Fiumicino nel giugno del 2015, al momento del suo rientro dall’Inghilterra e dopo una lunga battaglia tra le autorità inglesi e quelle italiane sulla richiesta di estradizione. L’industriale, infatti, nel luglio del 2012 si trovava a Londra nel momento in cui scattarono gli arresti dell’inchiesta “ambiente svenduto”. Al suo rientro in Italia venne arrestato e trasferito nel carcere di Taranto. Nel marzo del 2016 aveva ottenuto i domiciliari. Da ieri è completamente libero.
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