Ilva, Melucci attacca: mai così distanti dalla Regione

Ilva, Melucci attacca: mai così distanti dalla Regione
di Michele Montemurro
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Domenica 29 Aprile 2018, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 20:32
TARANTO - ​Rinaldo Melucci (Pd), sindaco di Taranto, subito dopo le elezioni lei ha preso formalmente le distanze politiche dal Governatore Michele Emiliano, col quale ha condiviso tutta la linea su Ilva: ora cosa non la convince?

«Intanto, lo dico con umiltà, a me sembra che in una prima fase, a partire dall’insediamento di questa amministrazione, sia stata la Regione Puglia a seguire la traiettoria tracciata dal Comune di Taranto. Dal principio abbiamo avuto obiettivi comuni ma metodi sostanzialmente differenti, ne sia riprova la composizione e la successiva gestione della tematica del ricorso al Tar. Successivamente ci è sembrato che anche gli obiettivi ultimi della Regione si siano definitivamente discostati da quello dell’ente civico. Se questo sia dovuto a ragionamenti politici piuttosto che al reale interesse del territorio jonico non è dato a me giudicarlo. Di sicuro, io considero che siamo all’ultimissimo miglio di un percorso molto faticoso e tribolato, non mi sembra il caso di perdere altro tempo, di rivisitare la norma, di attendere fantomatici governi dei quali nella migliore delle ipotesi non conosciamo nemmeno gli intendimenti rispetto alla sorte di Ilva».

Infatti lei nei giorni scorsi ha sostenuto che l’attuale governo è legittimato ad intervenire sulla vicenda Ilva, Emiliano invece ritiene che il ministro Calenda e il viceministro Bellanova vogliono garantire condizioni di favore all’acquirente prima che si insedi il nuovo governo: è d’accordo?
«Io mi attengo al dettato costituzionale: non ha un sindaco la discrezionalità di decidere chi abbia o non abbia il mandato a trattare. Io sono un amministratore che ha un profondo senso delle istituzioni anche quando l’interlocuzione è scomoda o ruvida. Sul resto preferisco non pronunciarmi perché non è nel mio stile fare politica o approcciare dei dossier così delicati della comunità sulla scorta di illazioni».

Il Pd a livello nazionale sta dialogando col M5S pur avendo posizioni contrastanti anche su Ilva. Perché lei, a differenza di Emiliano, è contrario pure in chiave locale al dialogo col movimento di Di Maio e Grillo?

«Prima di tutto è stata fissata una direzione nazionale per il 3 maggio prossimo e a giudicare dagli umori della base e dalle divisioni interne l’esito non è affatto scontato, quindi mi sembra prematuro parlare di dialogo con il movimento di Di Maio. Io registro l’insensatezza e inconsistenza di molti degli argomenti che a livello locale il Movimento 5 Stelle propone. Sarei persino propenso a dimenticare le loro sgradevoli e sterili polemiche quotidiane di fronte ad un palinsesto di contenuti seri e oggettivi, specie perché è risaputo ai più che nemmeno al loro interno (come hanno dimostrato le recenti dichiarazioni di Di Maio) esiste una linea chiara su Ilva. Ad oggi le direi che sono piuttosto critico davanti ad un governo che vede alleati due partiti così ostili come Pd e M5S».

Lei è anche un imprenditore: come farete voi istituzioni a spiegare ad un’azienda, Am Investco Italy, che non può procedere a 5.500 esuberi previsti nel Piano industriale di Ilva?

«L’anomalia, purtroppo, di questa trattativa è che il Comune di Taranto ad oggi non conosce nel dettaglio piano industriale e contratto che sono fondanti dell’intero impianto normativo. Premesso questo, già nella visita della famiglia Mittal dello scorso luglio a Taranto sottolineammo che questa non può essere gestita come una normale vertenza industriale e occupazionale, dopo i tanti sacrifici di Taranto, non può il solo equilibrio finanziario rappresentare la priorità dell’intera acquisizione. Io credo di essere un imprenditore nel senso moderno del termine, orientato al benessere sociale oltre che al profitto. Non posso che ribadire agli investitori il supporto della comunità soltanto a condizione che sia minimizzato il disagio per le parti sociali, i lavoratori tutti e le loro famiglie».

In questa fase è solo quello occupazionale il problema principale o c’è timore anche per il rispetto delle prescrizioni Aia come nel recente passato?

«Il Comune di Taranto si è speso in buonafede per migliorare tempi, modi e tecnologie per l’applicazione futura del Dpcm che copre la materia ambientale, perché questo è nel compendio del sindaco. Ad oggi ritengo che delle tre condizioni di applicabilità del contratto (Dpcm ambientale, Antitrust Ue, vertenza sindacale) la sola questione occupazionale sembra ancora lungi dall’essere risolta positivamente».
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