Confronto Giorgetti-sindacati sull'ex Ilva slitta al 14, si attende responso del Consiglio di Stato sulla continuità produttiva. Le tute blu confermano lo sciopero

Confronto Giorgetti-sindacati sull'ex Ilva slitta, si attende responso del Consiglio di Stato sulla continuità produttiva. Le tute blu confermano lo sciopero
Confronto Giorgetti-sindacati sull'ex Ilva slitta, si attende responso del Consiglio di Stato sulla continuità produttiva. Le tute blu confermano lo sciopero
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Venerdì 7 Maggio 2021, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 20:30

Slitta dall'11 maggio al 14 maggio (alle 13.30) l'incontro al Mise tra il ministro Giancarlo Giorgetti e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, Ugl e Usb sul dossier ex Ilva.

Questo perché, presumibilmente, occorre attendere il 13 maggio: in quel giorno è attesa l'udienza al Consiglio di Stato in cui i giudici di Palazzo Spada dovranno esprimersi sul ricorso presentato da ArcelorMittal e Ilva in As contro la sentenza del 13 febbraio scorso del Tar di Lecce che impone lo spegnimento degli impianti siderurgici, in ottemperanza a una ordinanza sulle emissioni del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

Il rinvio dell'incontro al Mise potrebbe essere messo in relazione con la necessità di conoscere la decisione del Consiglio di Stato. Si attende inoltre l'insediamento del nuovo Cda dopo l'ingresso di Invitalia nella società al fianco di ArcelorMittal. Il polo siderurgico ha assunto la denominazione di Acciaierie d'Italia.

Sciopero confermato

 

In concomitanza con la convocazione dell'incontro al Mise sul dossier ex Ilva, fissato per la giornata del 14 maggio, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato due ore di sciopero dei lavoratori dello stabilimento siderurgico (ora Acciaierie d'Italia), dalle ore 14 alle 16, e un presidio nei pressi del Ministero a Roma.

Secondo le due organizzazioni sindacali, «la vertenza ex Ilva ha bisogno di chiarezza e di interventi immediati che non possono continuare ad essere rinviati senza una programmazione certa rispetto al futuro occupazionale e ambientale del sito di Taranto.

L'utilizzo massiccio della cassa integrazione, l'assenza di una programmazione - aggiungono - di manutenzione ordinaria e straordinaria, l'incertezza di migliaia di lavoratori dell'appalto, il riesame del Piano Ambientale e il conseguente cambio del piano industriale necessitano di un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali per definire un percorso chiaro e condiviso».

Infatti, Fiom e Uilm ritengono «ingiustificabile che ci sia una convocazione, l'ennesima, senza il coinvolgimento del nuovo Consiglio di Amministrazione di Acciaierie d'Italia e che, a fronte di un investimento di 400 milioni di euro da parte di Invitalia, attraverso i contributi in conto capitale assegnati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, ad oggi non è cambiato nulla e la gestione della fabbrica risulta ancora incentrata ad un riduzione del costo del lavoro con l'utilizzo della cassa integrazione».

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