Ilva, il ministro Costa apre a una nuova Aia: «Ma da Bari nuovo Piano aria»

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di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 09:00
Il ministero dell’Ambiente apre ufficialmente alla revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale per ArcelorMittal Italia. A condizione, però, che la Regione Puglia vari un nuovo piano aria che è propedeutico al riesame dell’Aia. È stato il ministro Sergio Costa a prendere posizione ufficiale dopo la richiesta inviata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’8 marzo. E lo stesso governatore, ieri a Taranto per la presentazione ufficiale di Medimex, ha teso la mano confermando che «risponderemo subito per iscritto, il piano c’è già e ci incontreremo a breve». Piccolo inciso: il M5S ieri ha ricordato a Emiliano di aver chiesto quel piano da più di un anno senza risultato (ne parliamo nell’altra pagina). Dal ministero dell’Ambiente il messaggio è chiaro: c’è la disponibilità ad ogni iniziativa utile a tutelare la salute pubblica ma la Regione Puglia deve fare quanto di propria competenza. In una nota ufficiale, da Roma si conferma la possibilità di “rivedere l’Autorizzazione integrata ambientale sull’ex Ilva di Taranto” ma per avviare un riesame è necessario che la Regione Puglia effettui una nuova valutazione della qualità dell’aria, condizione necessaria “alla quale devono allinearsi tutte le autorizzazioni ambientali rilasciate”. Insomma, al momento mancano i presupposti. La richiesta ufficiale da parte della Regione Puglia di una nuova e più stringente Aia era arrivata formalmente l’8 marzo. Ma lo stesso Emiliano era tornato più volte sull’argomento in circostanze pubbliche, compresa l’ultima iniziativa che l’ha visto protagonista al consiglio comunale monotematico a Taranto. La risposta ufficiale di Costa mette sostanzialmente spalle al muro la Regione Puglia ricordando l’iter burocratico e le competenze degli organi locali: «Comprendo – scrive Costa – la giusta preoccupazione per la salute dei propri cittadini e confermo la piena disponibilità del Ministero e la piena collaborazione per la realizzazione in tempi solleciti di un percorso di revisione del Piano condizione necessaria per l’eventuale riesame di ogni provvedimento Aia, fondato su rinnovate misure precettive in merito alla qualità dell’aria che, alla luce dei principi fissati dalla Corte Europea, assicurino il raggiungimento di valori ottimali per il benessere della collettività dei cittadini pugliesi». Il ministro richiama quindi l’attenzione sulle esperienze virtuose delle regioni Sicilia e Liguria che, «evidenziando motivate criticità, hanno recentemente imposto misure più stringenti, sulla base delle quali si è provveduto ad effettuare il riesame delle autorizzazioni integrate ambientali statali». Costa riafferma, in conclusione, la disponibilità piena a collaborare con la regione Puglia affinché «si attui ogni utile iniziativa normativa finalizzata al rafforzamento dei parametri di tutela della salute pubblica». Gli esempi citati da Costa in cui gli organi regionali si sono mossi per tempo e hanno instradato naturalmente il successivo percorso di riesame Aia non sono casuali. Tuttavia la conclusione del ministro è senza esasperare i toni e apre sostanzialmente un fronte tra Roma e Bari. Fronte che, con l’ex ministro Galletti, era decisamente più incrinato. In passato, infatti, dal ministero dell’Ambiente arrivarono già diverse frecciate alla Regione Puglia. Caso eclatante quando, a gennaio 2018, il ministro Galletti rilevò che la qualità dell’aria di Taranto negli ultimi 4 anni era stata in linea con i parametri fissati dalla legge per la protezione della salute e dell’ambiente con una tendenza ad un progressivo ulteriore miglioramento. E questi dati, ricordarono da Roma, erano attestati proprio dal “Rapporto di Valutazione del Danno Sanitario Stabilimento Ilva di Taranto redatto da tre organismi della Regione (Arpa, AreSS Puglia e Asl Taranto) dove si evidenzia che le misure delle concentrazioni ambientali dei contaminanti di interesse per il rischio inalatorio non superano, per gli anni considerati 2013, 2014-2015 e 2016, i livelli fissati dalle norme”. Con il nuovo ministro Costa - Emiliano l’ha definito un amico - si proverà a ricostruire un rapporto di collaborazione che magari sfocerà nella redazione di una nuova e più stringente Aia. A patto, però, che la Regione Puglia ottemperi ai suoi doveri effettuando una nuova valutazione della qualità dell’aria.
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