Ilva, sono 29 le manifestazioni d'interesse. Da commissariamento e cessione, tutti i piani

Ilva, sono 29 le manifestazioni d'interesse. Da commissariamento e cessione, tutti i piani
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 20:34

Roma, 10 feb. (AdnKronos) - Sono arrivate 29 manifestazioni di interesse relative all'operazione di trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad Ilva in Amministrazione Straordinaria e ad altre società del medesimo gruppo. Lo rende noto il gruppo dopo che oggi, alle 18, si sono chiusi i termini per la manifestazione di interesse per l'acquisizione di Ilva. All'invito, si legge in una nota della società, hanno risposto 29 soggetti che hanno manifestato interesse per l'intero gruppo Ilva o per singole società. I Commissari Straordinari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba avvieranno domani la verifica conclusiva della rispondenza delle manifestazioni ricevute ai criteri di ammissione. L'operazione, che ha come oggetto il trasferimento di complessi aziendali facenti capo alle società in Amministrazione Straordinaria, potrà essere perfezionata mediante cessione o concessione in affitto, con opzione d'acquisto, dei medesimi complessi aziendali. I soggetti ammessi alla seconda fase, avranno accesso a una fase di due diligence all'esito della quale saranno chiamati a presentare le offerte vincolanti, sulla base delle quali si potrà pervenire al perfezionamento dell'operazione.
 


ROMA, 10 FEB - Negli ultimi due anni e mezzo il Governo è intervenuto più volte nel tentativo di salvare l'Ilva, industria di interesse strategico nazionale, grande produttore e fornitore di acciaio per tutte le aziende siderurgiche trasformatrici italiane. Ecco in sintesi i Piani. - 4 giugno 2013. Per salvare la produzione e garantire il risanamento ambientale il governo nomina Enrico Bondi commissario straordinario dell'Ilva che prepara un piano ambientale e industriale per salvarla. Il piano prevede un esborso da 4,1 miliardi da spalmarsi in 7 anni fino al 2020. Il piano non sarà mai presentato formalmente e il mandato di 12 mesi di Bondi non viene rinnovato. - 6 giugno 2014. Al posto di Bondi arriva come amministratore straordinario Piero Gnudi che si mette subito a cercare un acquirente nazionale e/o internazionale per rilevare l'Ilva impegnandosi a realizzare il Piano ambientale per risanare il sito di Taranto.

L'Italia è infatti sotto infrazione europea per mancato rispetto degli standard europei. Sembrano interessati gli indiani di Jindal che poi si ritirano. Interessato è pure il gruppo Arvedi, ma solo il gruppo Anglo-Indiano Arcelor Mittal con una partnership al 10% del Gruppo Marcegaglia presenta un'offerta non vincolante che però prevede modifiche al piano ambientale. - 17 dicembre 2014. «Non possiamo abbandonare i lavoratori o veder svendere Ilva al primo privato che vuole approfittarne». Con queste parole il premier Renzi annuncia la svolta e il decreto Salva-Ilva che permetterà al gruppo di entrare in Amministrazione Straordinaria (ex legge Marzano). I Commissari straordinari diventano tre: Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba. Il decreto porta in dote 400 milioni di finanziamenti, che i commissari possono contrarre con la garanzia dello Stato. Centocinquantasei milioni arrivano dal contenzioso Fintecna. Ma soprattutto dovrebbe facilitare, con uno strumento finanziario, il trasferimento in Italia degli 1,2 miliardi sequestrati in conti svizzeri. Speranza vana. Il 24 novembre 2015 il tribunale federale di Bellinzona nega il trasferimento e bisogna correre ai ripari. - 4 dicembre 2015 - Il governo vara il nono decreto sull'Ilva che, a meno di 12 mesi dell'ingresso in amministrazione straordinaria, rimette il gruppo Ilva e i suoi complessi aziendali sul mercato.
L'Ilva sarà ceduta entro il 30 giugno 2015 alla fine di una procedura ci cessione che partirà l'11 febbraio 2016 all'indomani della scadenza dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse. Per facilitare l'operazione il decreto ha in pancia 300 milioni di prestito ponte (che l'acquirente dovrà restituire con interessi di mercato) e 800 milioni di finanziamenti statali (che non si dovranno restituire) per realizzare il Piano di risanamento Ambientale di Taranto ed evitare la procedura di infrazione europea per mancato rispetto dei limiti di emissioni.(ANSA).

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