Il sindaco alle prese con il “fattore Pd”
In bilico tre assessori

Il sindaco alle prese con il “fattore Pd” In bilico tre assessori
di Michele MONTEMURRO
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Sabato 15 Luglio 2017, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 14:58
«La responsabilità del governo deve essere condivisa con i partiti, fermo restando le prerogative del sindaco». Il commento è del segretario provinciale del Pd, Costanzo Carrieri, che ieri pomeriggio ha incontrato il sindaco Melucci per l’ultimo giro di consultazioni. «Un clima molto disteso e un dialogo molto costruttivo», secondo Carrieri, hanno caratterizzato l’incontro, durante il quale il primo cittadino ha ribadito che intende nominare una quota di assessori tecnici.
Se non ci fosse la volontà del sindaco di puntare su una giunta comunale di alto profilo ma in buona parte di tecnici esterni, il Pd avrebbe già indicato i suoi tre nomi, peraltro tutti vicini al deputato Michele Pelillo, che corrispondono ai più suffragati: Lucio Lonoce, Vincenzo Di Gregorio e Carmen Galluzzo (prima fra le donne). Lonoce ha ottenuto più voti in assoluto di tutti i candidati al Consiglio comunale, ben 1824, ed è il vicesindaco uscente: difficilmente sarà riconfermato come numero due di Palazzo di Città, proprio perché Melucci ha fatto sapere di voler andare in discontinuità col recente passato. Di Gregorio, dopo Lonoce, è quello che ha registrato più preferenze nel Pd, anche lui è assessore uscente e chi tra i due non farà ritorno nuovamente in giunta quasi certamente diventerà capogruppo consiliare se non otterrà altri incarichi. La Galluzzo, docente di scuola media superiore, è un’altra accreditata per sedere nell’esecutivo con la delega alla Pubblica istruzione, anche in funzione della parità di genere. Per il Pd fondamentale è far scattare almeno due consiglieri in giunta affinché possano fare posto ai primi due dei non eletti: l’ex consigliere comunale e provinciale e già presidente della Circoscrizione Paolo VI Gaetano Blè e il segretario cittadino del Pd Tommy Lucarella. Blè per un solo voto di scarto ha perso l’ultimo seggio del Pd in Consiglio comunale che è invece andato al consigliere comunale uscente ed anche lui ex presidente della Circoscrizione Paolo VI Emanuele Di Todaro. Lucarella nel riconteggio dei voti ha scalato una posizione e si ritrova ad essere il secondo dei non eletti. Sia Blè sia Lucarella da anni si spendono per tutte le iniziative del partito sul territorio, pertanto i dirigenti provinciali desidererebbero valorizzarli con l’elezione in Consiglio comunale. Lucarella, poi, si è speso prima della campagna elettorale per costruire la coalizione di centrosinistra assieme al segretario provinciale Costanzo Carrieri, partecipando a tutte le sedute del tavolo per redigere le basi del programma elettorale, e inoltre ha offerto un valido contributo per la composizione della lista dei trentadue candidati del Pd.
Fino a qui le esigenze e gli equilibri politici. Ovviamente spetterà al sindaco l’ultima parola, anche se pure lui deve far quadrare i conti della maggioranza: il supporto dei consiglieri comunali è fondamentale per andare avanti, diversamente la corsa finirebbe anzitempo. Legittima è, però, l’ambizione di un imprenditore eletto sindaco che per prima cosa intende riavviare l’”impresa-Comune” mettendo nei ruoli chiave persone di alto profilo e, come dice la legge, coi quali il primo cittadino deve avere un rapporto fiduciario.
Una voce fuori dal coro che ha già fatto sapere che non entrerà in giunta è quella del consigliere provinciale Piero Bitetti, che risulta tra i primi dei non eletti del Pd in Consiglio regionale. L’anno prossimo, infatti, si vota per le elezioni politiche e c’è la probabile possibilità che almeno uno tra i due consiglieri regionali del Pd, Donato Pentassuglia e Michele Mazzarano, possa diventare parlamentare. Se ciò dovesse accadere, Bitetti surrogherebbe in Consiglio regionale uno dei due e si ritroverebbe consigliere regionale, incarico che è incompatibile con quello di assessore comunale, ma compatibile con quello di consigliere comunale.
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