Capi contraffatti: «Così le aziende rischiano di chiudere»

Capi contraffatti: «Così le aziende rischiano di chiudere»
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Domenica 27 Marzo 2016, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 18:34
Il Centro Studi di Confartigianato riferisce che nel corso di due cicli recessivi (2008- 2014) che hanno messo a dura prove le imprese italiane il Pil calava di 19,1 miliardi di euro, sono stati effettuati dalle autorità italiane 115 mila sequestri relativi a 337 milioni di beni contraffatti, per un valore stimato di 4,4 miliardi di euro: mediamente in un anno vengono sequestrati 23.122.367 articoli di abbigliamento e accessori, calzature e occhiali, al ritmo di 2.640 articoli all’ora.
La pressione dalla contraffazione aggrava le già difficili condizioni congiunturali delle imprese manifatturiere: nel complesso dei comparti esposti nell’ultimo anno si è registrata una flessione di imprese artigiane registrate pari all’1,4%. Numeri in flessione putroppo si confermano anche nella provincia jonica.
 
In particolare in quattro grandi regioni manifatturiere si rileva una quota di artigianato esposto alla contraffazione superiore alle media: in particolare la Toscana mostra una incidenza più che doppia e pari al 42,9%; seguono le Marche con un terzo (35,0%) del Manifatturiero artigiano, l’Umbria con un quarto (25,5%) ed il Veneto con un quinto (21,5%).
La Puglia si attesta con un 17,7%. Taranto si attesta con un 12,9%, con circa 194 imprese potenzialmente esposte su 1500 operanti nel manifatturiero.
«Riteniamo doveroso ed importante dare atto, con fermezza, che a Taranto le autorità preposte al controllo delle movimentazioni delle merci (Guardia di Finanza e Dogana in primis) si muovono e bene; sono tanti i sequestri messi in opera sugli arrivi e stoccaggi di grandi quantità di merci contraffate, ed i loro report annuali recentemente esposti ne danno ampio riscontro. Meno incisivi, purtroppo, i controlli delle polizie locali - afferma Confartigianato Taranto - per le strade dove la “vendita al dettaglio” in modo abusivo continua a spadroneggiare puntuale e diffusa».
Cresce anche la contraffazione on-line: triplica la quota di sequestri di merci trasportate con corriere espresso e posta, i vettori tipici dell’e-commerce, che passa dal 5,7% del 2010 al 16,3% del 2014. In Italia sono potenzialmente esposti al rischio di acquistare on-line prodotti contraffatti 3.125.000 utenti Internet, il 37,9% del totale, che ha acquistato on-line abbigliamento e abiti e articoli sportivi e 2.734.000, pari al 33,2% del totale, che ha acquistato prodotti di informatica e attrezzature elettroniche.
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