A Taranto la laurea in Ingegneria industriale e navale

A Taranto la laurea in Ingegneria industriale e navale
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Martedì 11 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:32

«Stiamo lavorando per attivare dal prossimo anno accademico, 2023-2024, il corso di laurea in Ingegneria industriale e navale che nasce da un progetto di collaborazione con la Marina Militare». 
Il Politecnico di Bari rilancia su Taranto e lo dichiara il rettore Francesco Cupertino, ieri pomeriggio protagonista di due dibattiti a Green Blue Days Taranto, l’evento in corso all’Università (ex caserma Rossarol) in città vecchia. Uno sulle prospettive della città, l’altro sull’aerospazio.

Il progetto

«È chiaro che c’è tutto un percorso autorizzativo di questa nuova offerta formativa ma noi contiamo di poterlo portare in fondo - afferma il rettore -. Perché ha un senso specializzarsi in un settore che va verso la nautica, sia per stringere un rapporto con una realtà come la Marina Militare che è tra le principali della città, sia per aiutare Taranto a trovare nuove prospettive». Per il rettore «il fatto di attrarre investimenti nel campo della cantieristica navale deve essere anche accompagnato dalla capacità di formare delle competenze che siano agganciate a questi temi». «Quest’anno è partito a Taranto il corso di laurea nuovo di Ingegneria informatica nell’ambito del progetto con Ibm - spiega Cupertino -, mentre già da qualche anno abbiamo attivato un percorso di Ingegneria aerospaziale e l’abbiamo basato qui a Taranto. Ci sono la laurea triennale e magistrale interateneo con l’Università del Salento. Stiamo guardando con attenzione allo sviluppo dell’infrastruttura aeroportuale di Grottaglie che potrebbe essere un luogo dove sviluppare ulteriormente anche l’attività di laboratorio e di collaborazione con le imprese. Aerospazio e nautica sono sicuramente due direttrici nelle quali maggiormente crediamo», rileva il rettore del PoliBa. 
«Lo spazio e l’attività spaziale hanno sicuramente un interesse globale ma anche locale e regionale, perché i bisogni che possono essere serviti da attività legate allo spazio hanno a volte un interesse che riguarda il territorio» osserva Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). «Pensando alla Puglia e alla zona di Taranto ci può essere un interesse anche a livello di sostenibilità e di ambiente - rileva Saccoccia -. Nella zona di Taranto c’è interesse per l’evoluzione del progetto dello spazioporto di Grottaglie ma ci possono essere altre cose che riguardano la riconversione. Per esempio, i satelliti per l’osservazione della terra oggi riescono a guardare anche a determinate situazioni di inquinamento per poter guidare un’opera di miglioramento ambientale. Dipendiamo così tanto dalle tecnologie spaziali per cui se per un motivo misterioso i satelliti si spegnessero, ci troveremmo tutti nei guai», dice Saccoccia. 
«La Puglia ha un ecosistema completo legato allo spazio - aggiunge -. Abbiamo l’accademia, la formazione, l’industria, piccola ma anche di medie dimensioni, le realtà di ricerca legate al mondo accademico. Lo spazio è un motivo di crescita anche per il Sud. E poichè abbiamo l’industria e l’accademia, la realizzazione di progetti qui in Puglia è una cosa significativa». 
«L’aerospazio in Puglia non è solo un qualcosa di tangibile ma anche ben strutturato - rileva Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale -. In questi anni sono accadute tante cose: facoltà, laboratori, Its, spazioporto. A breve avremo a Brindisi, nella Cittadella della ricerca, il primo incubatore di imprese del Sud sostenuto dall’Agenzia spaziale europea. Quello che si pensava anni fa, cioè costruire presidi che fossero i nodi di una rete, col tempo è stato gradualmente realizzato. Il sistema pugliese ora è in grado di attingere a tutte queste sorgenti». 
«Sino a 20 anni fa - aggiunge Acierno - l’aerospazio era riconducibile ai grandi insediamenti industriali, adesso è qualcosa di diverso, è un sistema più ricco ed articolato. Oggi anche i cittadini pugliesi conoscono il valore dell’aerospazio. E oggi per portare sul mercato prodotti e servizi nuovi hai bisogno di innovazione e ricerca». 
«La stagione promettente come ricerca, innovazione e sviluppo, la vive lo spazio vero e proprio, ma c’è un sottosettore, quello delle aerostrutture civili, dove le preoccupazioni non sono cessate - ammonisce Angelo Guarini, direttore di Confindustria Brindisi -.

Sarebbe quindi bello lanciare un concetto di ecosistema dell’innovazione o di sottosistema dell’innovazione anche per le aerostrutture. Dobbiamo mettere insieme Puglia e Campania, le Università, le forze di governo e una politica industriale per questo settore perché, al di la della guerra, le prospettive di sviluppo si possono riprendere. Airbus prevede per tutti i servizi manutentivi una crescita del 3 per cento all’anno per 20 anni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA