«Il mare e il legame con la Grecìa punti di forza della candidatura»

«Il mare e il legame con la Grecìa punti di forza della candidatura»
di Anita PRETI
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 11:08

Anche Beppe Fiorello, poche sere fa su RaiUno nel suo Penso che un sogno così, doppia biografia per suoni ed immagini (quella di una figura fondamentale della sua vita, suo padre, e quella di una figura fondamentale per lui e per suo padre, Domenico Modugno), facendo riferimento ad Amara terra mia, una canzone dell'indimenticabile Mimmo dedicata a tutto il Sud, ha fatto accenno a Taranto e al disastro ambientale da cui tenta di fuggire.
E quindi bene ha fatto il dossier preparato per l'annuale confronto in vista della designazione a Capitale italiana della Cultura a non trascurare ambiente e clima innestandoli nel progetto di rinascita della città accanto a libri, teatro, a tutto ciò che la gente considera cultura. Mentre la parola, lo sanno bene gli studiosi, indica molto altro. Ma basteranno il mare e i delfini e tutto il resto contemplato nel saggio dei saggi a convincere oggi i componenti della commissione giudicatrice?
Si prende allora la domanda e la si gira ad Aldo Perrone, uno dei più noti intellettuali tarantini. Fondatore e guida del Gruppo Taranto. E già queste due parole incutono rispetto. Sapendo quanta storia e quante battaglie ci sono nel passato di questo sodalizio. Risponde Perrone: «Purtroppo come alcuni impegnati sono bravi nel citare un film ma non il romanzo che lo ha ispirato, così anche dalle nostre parti si avverte questa lacuna». Frase sibillina che invoca chiarimenti. Il riferimento, nelle parole del fondatore del Gruppo Taranto, abbraccia tutto: dossier e corto promozionale. «Mi colpisce il solito gusto per l'esterofilia. Il provincialismo si comporta sempre così perché non conosce in maniera seria l'identità dei propri luoghi».

Alla ricerca immediata di un esempio, ecco infatti tutti inciampare nella citazione, ad uso conquista del titolo in palio, di Karen Blixen, nobildonna e scrittrice danese assurta a fama più estesa di quella che le hanno dato i suoi libri quando nel 1985 un regista, Sydney Pollack, trasferì sullo schermo La mia Africa affidando a Meryl Streep e Robert Redford la conquista di ben sette Oscar. «La frase di Karen Blixen è certamente bella -, prosegue Aldo Perrone -. Ma forse sfugge che il campione della letteratura di mare è lo scrittore Raffaello Brignetti, Premio Taranto nel 1949 e nel 1952, e poi Premio Viareggio e Premio Strega. È il Conrad italiano. Sapendolo si sarebbero trovate nelle sue pagine citazioni molto più legate alla vita culturale della nostra città. Altri spunti si sarebbero trovati anche in Gadda e Pasolini tarantini».

Già il mare: basterà lui, basteranno i delfini, e tutto il resto a vincere? «Io spero proprio di sì per Taranto. Ma temo non solo per l'approvazione e la vittoria ma anche per l'attuazione di progetti di alta qualità che le diano il segno del valore del nostro territorio e della nostra cultura».
Teme? In che senso? «Da quanto finora appreso, pare un'avventura culturale legata agli indici di gradimento. E questa allora è tutta cultura effimera». E, per concludere, nel dossier cos'altro ha suscitato il suo interesse? «Potrei far riferimento alla Grecìa salentina. Ma allora penso alla grande cultura greca che si sarebbe potuta saldare alla Taranto di Quasimodo. Il Premio Nobel ha dedicato una delle più grandi pagine della sua vita alla città. Sarebbe stata la grande occasione per ricordare un profondo legame. Non averlo fatto, è un'occasione perduta».
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