Il Consiglio di Stato: sì alla sospensiva, gli impianti ex Ilva restano accesi. Melucci: "Ma non ci arrendiamo"

Il Consiglio di Stato: sì alla sospensiva, gli impianti ex Ilva restano accesi. Melucci: "Ma non ci arrendiamo"
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Venerdì 12 Marzo 2021, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 13:04

Il Consiglio di Stato, all’esito della camera di consiglio dell’11 marzo 2021, ha disposto la sospensione della sentenza del Tar Lecce n.249/2021, con la conseguenza che ArcelorMittal Italia non ha l’obbligo di avviare la fermata dell’area a caldo dello Stabilimento di Taranto e degli impianti connessi. L’attività produttiva dello Stabilimento può dunque proseguire regolarmente. La pronuncia è arrivata dopo il ricorso dell'azienda e di Ilva in As che si oppongono alla decisione del tribunale amministrativo regionale sull'ordinanza del febbraio 2020 con la quale il sindaco Melucci disponeva lo spegnimento degli impianti inquinanti nel giro di 60 giorni. A maggio il Consiglio di Stato si pronuncerà nel merito della questione. Intanto, però, ArcelorMittal può continuare a svolgere l'attività.

Non si dà per vinto il sindaco di Taranro, Rinaldo Melucci, che annuncia: "Quand'anche gli esiti dell'udienza di maggio del Consiglio di Stato dovessero prevaricare l'aspirazione di mezzo milione di cittadini e i diritti fondamentali sanciti dal Tar di Lecce, noi andremo avanti in ogni grado di giudizio, anche in sede europea. 
Ringraziamo la Regione Puglia per la vicinanza, lascia esterrefatti Invitalia, un pezzo di Stato, con tanti interessi a Taranto, che opera in maniera non trasparente e si associa ad ArcelorMittal. È un grave danno di credibilità al Governo della transizione ecologica del Presidente Mario Draghi.

L'unica certezza è che noi fermeremo l'area a caldo dello stabilimento siderurgico, con ogni mezzo possibile, ogni giorno sarà una pena per loro e per chi intenderà danneggiare ancora la vita dei tarantini e interferire con la svolta della città".

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