A Taranto i negozi spengono le insegne, la città al buio: «Così non ce la facciamo ad andare avanti»

A Taranto i negozi spengono le insegne, la città al buio: «Così non ce la facciamo ad andare avanti»
di Alessandra MACCHITELLA
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Venerdì 25 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:30

"Se spegniamo le nostre luci si spegne la città”. Confcommercio Taranto ha dichiarato lo stato di agitazione per le problematiche relative a viabilità ed imposte locali. Ieri l’iniziativa di sensibilizzazione ha visto lo spegnimento delle insegne e delle luci esterne alle attività tarantine, a partire dalle ore 19 fino a chiusura. Un assaggio di ciò che potrebbe accadere se la situazione non dovesse migliorare. “Se spegniamo le nostre luci, si spegne Taranto. Basta vogliamo delle certezze” è il messaggio affisso sulle vetrine dei negozi. 

L'iniziativa

Confcommercio, sin dall’insediamento al Comune del Commissario prefettizio, racconta di aver chiesto l’avvio di un tavolo di confronto tra Amministrazione e commercianti riguardo ai problemi emersi, suggerendo di affidare a tavoli tecnici la costruzione di percorsi condivisi con le rappresentanze delle categorie, in particolare per la problematica dei parcheggi, ma lamenta di aver ottenuto solo un breve incontro formale. «La situazione è insostenibile - ha dichiarato Salvatore Cafiero, presidente della delegazione Confcommercio Borgo Taranto - a tutte le delegazioni comunali sono giunte sollecitazioni dal basso. A livello nazionale il caro energia ci sta buttando a terra, così come il caro carburante che si riflette anche sugli spostamenti per caricare le merci. A questa situazione si aggiunge il profilo locale, con una tassazione eccessiva rispetto al servizio ricevuto, inoltre si parla di possibili aumenti sulla tassa della spazzatura. A far traboccare il vaso è stata la determina del Commissario sui parcheggi».
Le attività del commercio ionico indicano tre priorità: parcheggi, tassazione locale e servizi a supporto delle strade del commercio. Tre problematiche in merito alle quali Confcommercio sollecita un confronto costruttivo con l’Amministrazione comunale, finalizzato a ricercare soluzioni, a mettere in cantiere azioni ed interventi concreti che diano nuova linfa al commercio di vicinato in grande sofferenza dopo due anni contrassegnati dalla pandemia, dal calo dei consumi, dalla crisi economica locale, e da ultimo il caro energia. 
«A Taranto la problematica dei parcheggi è atavica - ha specificato Cafiero - sono anni che chiediamo più posti auto e maggiore turn over. Attraverso l’ultima determina si fa spazio a troppi permessi che secondo alcune voci arrivate sono stati rilasciati anche senza documento ma solo attraverso il pagamento dei 25 euro mensili. Tutto questo non permette di parcheggiare e il problema non riguarda solo il borgo ma anche zone come via Liguria e via Cesare Battisti. Siamo preoccupati per la stagione primaverile perché stiamo chiudendo le zone commerciali della città a possibili fruitori. Abbiamo chiesto anche il mantenimento delle aree parcheggio nella Caserma Mezzacapo e nella banchina Cacciatorpediniere, così come avvenuto nel periodo natalizio, ma ci è stata comunicata l’indisponibilità delle zone causa guerra. Non crediamo siano aree utili per manovre militari. Se non ci diamo da fare chiudiamo tutti. L’ente può riconoscere se un provvedimento è sbagliato. Se riempiamo le strisce blu di auto con permessi, non hanno senso di esistere. Assegniamo i parcheggi ai residenti nelle vicinanze di casa - ha concluso Cafiero - ma rivediamo il sistema dei permessi a pagamento e anche delle strisce gialle degli enti, ad esempio Piazza Castello adesso è tutta gialla. Il Commissario non dovrebbe attuare misure che mettono in difficoltà un sistema che già viveva un momento complesso».
Luci spente che urlano attenzione. «Noi commercianti ci facciamo sentire dagli enti con questo primo step, spegnendo le luci - ha affermato Marta Palazzo, titolare del negozio Lemasenì - speriamo possa arrivare qualcosa di buono perché adesso, dopo due anni di pandemia, con la crisi della guerra, il caro bollette, la gente che non viene in centro perché mancano i parcheggi, noi siamo in difficoltà. Nutriamo la speranza di essere ascoltati, le luci che ora spegniamo e che solitamente accendiamo ogni sera, anche in questi mesi difficili, non abbelliscono solo le nostre vetrine ma anche la città. Meritiamo che qualcuno faccia qualcosa per noi».
«Una protesta che arriva al culmine di due anni davvero difficili, che hanno messo a dura prova tutti noi. Ora, che il Covid pare stia lentamente diventando un brutto ricordo - ha aggiunto Eluana Palombella, titolare Jacob’s, negozio di abbigliamento - e che dovremmo ricominciare a vivere e lavorare con un po’ di serenità arriva il “caro vita” che ci costringe ancora una volta a privazioni e grossi sacrifici. Spegnere le insegne vuole essere un messaggio forte a chi, dopo averci abbandonato a noi stessi in due anni di pandemia(con ristori e agevolazioni ridicoli) ancora oggi pretende da noi l’impossibile: bollette alle stelle, tasse salatissime, situazioni precarie per quanto riguarda parcheggi, viabilità.

Non chiediamo molto, solo di poter lavorare serenamente offrendo ai nostri clienti , oltre che i nostri prodotti e la nostra professionalità, anche un’accoglienza migliore in città».

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