Guerra del Primitivo, primo confronto nel Tarantino

Un operatore vitivinicolo
Un operatore vitivinicolo
di Nazareno DINOI
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Venerdì 3 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:01

Ci sarà aria di resa dei conti nell’assemblea del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria Doc convocata per il pomeriggio di oggi nella sede di Uggiano Montefusco, la frazione manduriana, in provincia di Taranto

I punti da trattare


Due i punti da trattare particolarmente ostici: l’elezione dei componenti del collegio sindacale, da sempre appannaggio delle tre grosse cantine cooperative manduriane, nel quale ora i «piccoli» chiedono rappresentanza; e le modifiche alla bozza del nuovo disciplinare che cancellerà la Denominazione di origine controllata, Doc, per lasciare il posto alla più selettiva e pregiata Denominazione di origine controllata e garantita, la Docg appunto.   
 Nel primo caso la base metterà alla prova il nuovo organismo dirigente del Consorzio che è subentrato al vecchio con la parola d’ordine del rinnovamento, pretendendo quindi un segnale concreto di discontinuità con il passato. 

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Cosa cambia

Ma è sicuramente il nuovo disciplinare a meritare più spazio nella discussione che nelle cantine e sulla stampa ha già avuto ampio spazio.  
 Non tutti, infatti, vedono di buon occhio quella lettera in più in etichetta, la «G» del Docg, definendola addirittura come una iattura per il famoso Primitivo di Manduria. 
 Questo perché la Docg varrà su tutto il territorio  dove attualmente si produce il Doc con la conseguenza che l’acronimo con tre lettere scomparirà dalle etichette.  

I dubbi dei produttori

  «Per ottenere questa “nobile” denominazione, il territorio deve per forza rinunciare alla più storica denominazione “Primitivo di Manduria Doc” che con grande fatica abbiamo costruito e affermato in più di 40 anni di duro lavoro, afferma ad esempio il manduriano Salvatore Tatullo, produttore di Primitivo e socio del Consorzio di Tutela.  
Secondo le nuove regole, le tipologie del vino saranno quattro: «Primitivo di Manduria», «Primitivo di Manduria Riserva», «Primitivo di Manduria Gran Selezione» e «Primitivo di Manduria dolce Naturale».  
Tutte etichette con il suffisso Docg, mentre il Doc scomparirà. Solo questione di acronimi? Possibile che una sola lettera in più possa rivelarsi una disgrazia? O c’è di più? A seguire il ragionamento di Tatullo parrebbe proprio di sì. «La scomparsa di una denominazione come quella del “Primitivo di Manduria Doc”   spiega - aprirebbe automaticamente la porta a una rivendicazione per un “Primitivo Salento Doc” da parte dell’attuale più povero “Primitivo Salento Igt” che estenderebbe alle tre provincie del Salento la coltivazione, trasformazione e imbottigliamento, snaturando le caratteristiche territoriali del nostro Primitivo Doc» -afferma l’imprenditore vedendo in questo oscure manovre politiche ordite da tempo negli uffici di grosse cantine soprattutto del brindisino.  Su questo punto fa sentire la sua voce anche l’imprenditore del vino Gregory Perrucci, tra i più grossi produttori di Primitivo di Manduria (primo per fatturato dopo i colossi delle cooperative messapiche), che , con grande chiarezza, fa capire che se fosse per lui  non salverebbe proprio niente di questo nuovo disciplinare.  
 «Ha ragione Salvatore Tatullo - afferma -, ma la politica questa volta c’entra poco e tirarla in ballo complica le cose. La proposta di disciplinare depositata in Regione - conclude l’imprenditore scoprendo l’aria che tira nel comparto del ricco vitigno - è frutto di miopia smisurata, abilmente manipolata da attori esterni alla denominazione».  Parole chiare che sembrano lanciare altra benzina sul fuoco in vista della riunione odierna.

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