Continuità assistenziale: il progetto dei medici tarantini bloccato dalla Regione

La continuità assistenziale
La continuità assistenziale
di Massimiliano MARTUCCI
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Sabato 3 Giugno 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 06:50

 Saranno i cittadini, in particolare i più fragili, a sostenere il peso dei ritardi burocratici e delle questioni amministrative che bloccano da giorni la risoluzione tampone contro la chiusura, per molti turni, dei servizi di continuità assistenziale, le guardie mediche.

Risoluzione tampone perché la causa dei disagi è lo scarso numero di medici a disposizione, per ovviare al quale le organizzazioni sindacali e l’Asl Taranto avevano trovato un accordo che avrebbe limitato al minimo i disagi, peraltro già denunciati ma senza successo dal consigliere regionale Massimiliano Di Cuia, Forza Italia. Le guardie mediche di Sava, Pulsano e anche di Ginosa, sono chiuse per più turni, dal primo giugno, con notevole impatto sulla popolazione, che in periodo estivo si moltiplica, a causa della presenza turistica, senza contare la chiusura della sede di Taranto centro. 

La soluzione tampone

La proposta tampone, redatta dalla Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, guidata a Taranto dal medico Ignazio Aprile, peraltro considerata «meritevole» dalla Regione, sembrerebbe essere stata stoppata perché non inviata a Bari prima di essere discussa a Taranto.

Lo denuncia lo stesso Aprile in una lettera aperta al governatore Michele Emiliano e all’assessore alla Salute Rocco Palese. «Per fare fronte a questa situazione negli ultimi due anni, grazie ad un responsabile e costante confronto tra la Direzione strategica della Asl Ta e le parti sindacali, si è provveduto ad attivare provvedimenti e procedure che hanno garantito una operatività accettabile del servizio. Questo sino al 30 aprile quando a seguito di un richiamo dell’Assessorato alla Salute regionale con un autorevole “invito” ad interrompere le procedure avviate - definite “meritevoli” – per il loro mancato invio in Regione per l’approvazione, la Asl Taranto ha dovuto interrompere in auto tutela tutte le procedure messe in campo, riportando in grave crisi il sistema, ed ha avviato una serie di incontri con le organizzazioni sindacali. Nel corso di questi incontri è stato elaborato e condiviso un progetto aziendale con la riproposizione delle stesse deroghe economiche e normative già precedentemente applicate ed assolutamente necessarie per poter contenere le criticità operative del servizio. Il progetto è stato inviato in Regione per la prevista discussione ed autorizzazione, procedura e discussione che è avvenuta in urgenza nel Comitato Regionale per la Medicina Generale tenutosi venerdì 26 maggio», scrive Aprile.

Gli ultimi giorni

Dal 26 maggio, a pochissimi giorni dallo scoccare della chiusura, tutto tace, con buona pace di coloro che saranno costretti, per motivi di salute, ad andare a bussare alle porte chiuse delle guardie mediche e si riverseranno nei pronto soccorsi, già stremati dalla carenza di organico. Il progetto presentato, però, secondo la Regione, avrebbe avuto bisogno di un approfondimento economico: «Nel corso di questa seduta le organizzazioni sindacali hanno ribadito il loro parere positivo sul progetto presentato, mentre l’Assessorato, rappresentato dall’Assessore alla Salute e dai dirigenti del Dipartimento alla Salute, ha chiesto un supplemento di valutazione economica e normativa da effettuarsi con assoluta urgenza in considerazione del periodo di assoluto impegno della Continuità Assistenziale previsto tra il 1 e il 4 giugno». 

I dati dell'emergenza


Aprile snocciola i dati: «Il quadro della provincia di Taranto si completa con il fatto che nel mese di giugno saranno dimissionari una decina di medici per sopravvenuta incompatibilità normativa, per cui l’organico risulterà ridotto di un buon 30%. Vediamo in particolare qualche dato previsto per il mese di giugno della crisi emergenziale. Sede di Avetrana sarà chiusa per 28 turni pari al 70% del totale. Analoga situazione per la sede di Pulsano. La sede di Sava sarà chiusa per 24 turni pari al 60% del totale, la sede di Ginosa chiusa per 12 turni pari al 30% del totale. Nelle altre sedi sono previste occasionali chiusure e turnazioni assicurate grazie alla disponibilità dei medici già al massimo dell’orario di turni aggiuntivi». I contenuti della proposta non sono noti nel dettaglio, ma a sentire Aprile si tratterebbe della riproposizione di quanto già avvenuto negli anni scorsi, con la deroga di disposizioni economiche e normative, al fine di permettere ai medici di coprire i turni vacanti.
La situazione non è quindi nuova: «È una fase di acuzie di un problema cronico» è il commento di Aprile, «la situazione è grave dal 2020, ma finora eravamo riusciti a tamponare attraverso progetti speciali, concordati con l’Asl, andando anche in deroga ad alcune disposizioni, data la gravità della cosa».  

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