Gioco d’azzardo, bruciati 343 milioni

Gioco d’azzardo, bruciati 343 milioni
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Lunedì 22 Gennaio 2018, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 09:07
Slot machine e video lottery: nel 2016, i cittadini residenti nei 29 Comuni jonici hanno bruciato 343 milioni di euro. Ossia, 664 miliardi delle vecchie lire, pari allo 0,49% del Prodotto interno lordo della Puglia, fissato a 70 miliardi di euro.
La cifra è stata spesa esclusivamente nell’utilizzo delle macchinette Awp e Vlp. Acronimi rispettivamente di Amusement with Prizes e Video Lottery Terminal, più note come slot o new slot e video lottery. Secondo quanto rilevato nell’analisi generale delle vincite 2016, il 71,6% è tornato nelle tasche dei giocatori, che, però, hanno continuato a giocare alimentando un circolo vizioso. Il resto degli incassi, poco più del 28%, è andato allo Stato, contro il 13% del 2015; agli esercenti, 6%; ai gestori, 4,3%; ai concessionari, 0,5%.
Nello stesso anno di riferimento, il settore dei giochi ha garantito entrate erariali per circa 10,5 miliardi di euro, di cui 5,8 miliardi dai soli apparecchi slot. Nella provincia jonica emergono diverse indicazioni di un fenomeno in continua crescita, una piaga sociale da combattere con una nuova cultura educativa. Avetrana, per esempio, pur avendo il reddito pro capite in assoluto più basso della provincia (11502 su 6700 abitanti), ha fatto registrare una raccolta di 2,41 milioni di euro, con più 13,8% rispetto al 2015.
Ginosa, poi, con un reddito pro capite poco più superiore (12198 su 22547 abitanti), ha speso 17,83 milioni di euro di giocate complessive (790,7 euro a persona), con un aumento dello 0,9%. Non di meno, comunque, la gravità nei comuni di Leporano (più 37,7%), Sava e Laterza (più 34%), Lizzano (più 29,2%), San Marzano di San Giuseppe (più 27,2%), Faggiano e Statte (più 25%), Crispiano (più 24%). Positività, di contro, si eleva dal Comune di Pulsano dove le giocate sono calate del 18%, sempre rispetto al 2015. Segno meno anche a Fragagnano (5,4%), Monteparano (8,2%), Roccaforzata (6,4%). Ad ogni modo, l’auspicio è che sui rischi del gioco d’azzardo cresca la presa di coscienza collettiva per contrastarne la diffusione, andando oltre leggi e regolamenti. Il gioco d’azzardo corrompe l’anima, la mente, il modo di pensare, il modo di vivere di giovani ed adulti. Promette una vita facile, ma devasta, distrugge la persona. La sua vita, sia come individuo che come famiglia. L’azzardo, lucra su tre forti debolezze: la povertà materiale, la fragilità psichica e la cultura del brivido. Ad occuparsi della complessità ed evoluzione della degenerazione del comportamento di gioco d’azzardo è il Dipartimento Dipendenze di Taranto. E’ operativo dal 2005, prima in Puglia a costituirsi. Finora sono state prese in carico, cioè seguite periodicamente, 380 persone avente età tra 30 e 50 anni. Nello scorso anno sono state ben 123, delle quali 54 nuovi utenti (49 maschi). Le recidive sono state 69, di cui 64 maschi. Il fenomeno, come detto, è molto più vasto e chiama in causa il silenzio a nascondere le proprie vulnerabilità. L’esercizio medico-specialistico è multidisciplinare ed è svolto da un’equipe formata da Margherita Taddeo (psicologa), Mina Montagna (sociologa), Antonella Evangelista (educatrice), Lucia Ponzetta (infermiera).
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